Centro commerciale, la crisi elettronica

Domenica 25 Febbraio 2018
FRENO AL COMMERCIO
PORDENONE La generale crisi dell'elettronica di consumo che sta colpendo molti negozi fisici - a vantaggio invece degli acquisti online, dove i fatturati si moltiplicano - ha investito anche i grandi gruppi nazionali che sono presenti con punti vendita sul territorio. Nel centro commerciale di Fiume Veneto, alle porte di Pordenone, le difficoltà si stanno facendo sentire alla Euronics e a Media World. Inoltre, sempre nella stessa area commerciale, è anche aperta la situazione di crisi della catena nazionale dei negozi Self.
ELETTRONICA IN CALO
La crisi nelle vendite di elettronica di consumo sta mettendo a dura prova i colossi e i marchi storici del comparto. Volumi fermi, stasi di mercato e parziale trasferimento delle vendite sul canale online: una situazione che determina una forte erosione dei margini che mette a prova tutti i grandi competitors. Sull'insegna Euronics - controllata dalla catena lombarda Galimberti, 28 punti vendita con oltre 500 addetti nel Nord d'Italia - pende la richiesta di concordato preventivo in continuità. I dipendenti - una quindicina quelli del punto vendita di Fiume Veneto - stanno usufruendo del contratto di solidarietà. L'attesa è rivolta proprio al piano di salvataggio legato al concordato e alla possibilità di trovare un acquirente dei punti vendita. Una situazione che sta interessando anche Media World: il colosso elettronico ha annunciato entro fine marzo la chiusura di alcuni punti vendita in Toscana e Lombardia, la cessione definitiva del contratto di solidarietà entro il 30 aprile, il trasferimento di 500 addetti della sede amministrativa da Bargamo a Milano e la riduzione, dal 1. maggio, della maggiorazione domenicale. Misure contro le quali anche i circa 25 addetti del negozio di Fiume il prossimo 3 marzo sciopereranno. E vi è preoccupazione anche tra i dipendenti del Self: la società piemontese ha presentato istanza di concordato nel dicembre scorso. Anche i circa 25 addetti del punto vendita di Fiume Veneto sono in contratto di solidarietà. A fine mese è previsto un incontro tra azienda nazionale e sindacati: si saprà qualcosa sullo sviluppo del concordato e sulla possibilità che vi sia qualche acquirente anche per questo gruppo.
I TIMORI
Lavoratori e organizzazioni sindacali del territorio - Cgil, Cisl e Uil del commercio - sono molto preoccupati per una situazione che riguarda complessivamente una settantina di addetti. «È l'effetto - sottolineano - del commercio elettronico, ma anche di anni di deregulation e di mancata programmazione in un comparto in cui la giungla di una concorrenza esagerata ha portato il territorio ad avere un rapporto tra presenza di centri commerciali e numero di residenti tra i più alti d'Italia. E ora i nodi vengono al pettine».
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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