«Ater, troppi alloggi agli stranieri»

Mercoledì 15 Agosto 2018
«Ater, troppi alloggi agli stranieri»
IL MIRAGGIO CASA
TRIESTE Quella sulle Ater si preannuncia come un'autentica battaglia politica. La decisione del presidente della Regione Massimiliano Fedriga di elevare da due a cinque anni il requisito di residenza nel Friuli Venezia Giulia per ottenere un aiuto sociale e soprattutto un alloggio Ater trova nuove prese di posizione, a cominciare da quella del deputato forzista friulano Roberto Novelli, che accusa: la percentuale di abitazioni concesse agli stranieri sta aumentando a Udine e a Pordenone.
LE PERCENTUALI
Il parlamentare cividalese spiega, dati alla mano, che all'Ater udinese la percentuale di alloggi assegnati a stranieri è passata dal 17% al 19,5% e che nelle più recenti assegnazioni di appartamenti la quota risultata a beneficio dei cittadini italiani si attesta al 53% circa, mentre quella destinata a persone extracomunitarie risulta pari al 43% e quella relativa a cittadini europei non italiani al 5%. Nel 2015 le percentuali risultavano invece, rispettivamente, pari al 65%, al 33% e al 2%.
Non dissimile la condizione evidenziata da Novelli per l'Ater di Pordenone: qui le nuove assegnazioni a cittadini italiani osserva il deputato di Forza Italia risultano pari al 52%, quelle agli extracomunitari pari al 42% e quelle a cittadini europei non italiani al 6%.
LA NORMA BOCCIATA
E mentre il presidente Fedriga annuncia la necessità che gli extracomunitari in corsa per un alloggio Ater si facciano certificare dalla propria ambasciata di non possedere altri immobili in madrepatria, con ciò salutando per sempre il regime delle autocertificazioni, Novelli ricorda che in Regione, a fine 2017, in sede di approvazione della legge finanziaria per il 2018, aveva presentato, assieme alla collega Mara Piccin, un emendamento teso a riequilibrare i requisiti di accesso agli alloggi Ater: il testo puntava a introdurre nei regolamenti del Friuli Venezia Giulia un parametro a beneficio degli stranieri che abbiano versato in forma continuativa contributi previdenziali da lavoro sul territorio.
«Con ciò si voleva distinguere fra chi non ha prodotto nulla per la comunità locale e chi, invece, con il proprio lavoro ha contribuito allo sviluppo economico e sociale della regione e del nostro Paese», spiega Novelli, cosa che del resto «accade da anni in Veneto con una percentuale di attribuzione degli alloggi agli stranieri in linea con la loro incidenza demografica sulla popolazione generale». Ma l'emendamento ha fatto una brutta fine: è stato bocciato dall'allora maggioranza di Centrosinistra in Consiglio regionale. Ora che la maggioranza è del tutto cambiata, Fedriga ripropone con vigore la questione del riequilibrio.
L'ANATEMA DI HONSELL
Alle voci contrarie ai nuovi requisiti per le misure di welfare e per gli alloggi in particolare si aggiunge, ora, quella dell'ex sindaco di Udine Furio Honsell, consigliere regionale e leader della lista civica Sinistra Fvg: «Chi ha fatto il sindaco per dieci anni attacca trova immorale distinguere fra cittadini che hanno la residenza da due anni e cittadini che ce l'hanno da cinque. E trova ancora più immorale la furbesca distinzione fra cittadini che hanno il diritto di fare l'autocertificazione e cittadini ai quali tale diritto non viene riconosciuto».
Honsell ricorda che «uno dei principi della democrazia è l'uguaglianza» e che «creare distinzioni di classi è la strada verso il razzismo». Ma il reale nocciolo del problema degli alloggi, secondo Honsell, «è la scarsa quantità unita alla bassa qualità di molte di queste abitazioni». Perciò suggerisce al presidente Fedriga di «migliorare il patrimonio edilizio pubblico esistente piuttosto che riversare milioni sulle telecamere».
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci