«Amianto all'ex Bertoli, il liquidatore pronto a fare un esposto in Procura»

Venerdì 27 Aprile 2018
IL CASO
UDINE Il liquidatore giudiziale della Progetto Udine srl, società in concordato preventivo in fase di liquidazione, proprietaria dell'area di quasi undici ettari, alle porte del capoluogo friulano, fra via Molin Nuovo, via Fusine e via Cromazio, intenderebbe presentare una segnalazione alla Procura per la vicenda amianto. Lo si apprende dal legale che assiste la Procedura, l'avvocato Aldo Algani di Bergamo.
LA PROCEDURA
Algani spiega che «il liquidatore giudiziale intende rappresentare all'autorità giudiziaria, quindi alla Procura di Udine, la propria estraneità alla configurazione di un qualsiasi soggetto attivo in capo al medesimo in relazione a qualsiasi possibile sanzione». Questo, chiarisce, «all'esito di un sopralluogo dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico, eseguito il 19 aprile scorso, che ha rilevato la presenza di amianto».
LA VICENDA
Sul caso è già pendente un ricorso, al Tribunale amministrativo regionale. A dicembre scorso, il Comune di Udine aveva trasmesso un'ingiunzione di intimazione al compimento di opere di bonifica dei capannoni contenenti amianto nell'area ex Bertoli di proprietà della Progetto Udine srl. Ma il liquidatore giudiziale e il commissario giudiziale del concordato preventivo omologato della società, assistiti dall'avvocato Algani e dal suo collega Volli di Trieste, a gennaio scorso hanno notificato a Palazzo D'Aronco il ricorso al Tar con cui hanno impugnato questo atto. E il Comune di Udine si è costituito nel giudizio amministrativo tuttora pendente.
ASTE DESERTE
Va ricordato, per completezza di informazione, che il compendio immobiliare di 112.910 metri quadri era stato posto in vendita due volte dal liquidatore giudiziale, ma, dopo la prima asta, che si è conclusa a giugno 2017 senza acquirenti, anche la seconda, che si è svolta il 15 novembre scorso, davanti al notaio, è andata deserta per mancanza di offerenti. In questa seconda asta il bene era stato posto in vendita con un prezzo base ridotto a 8,614 milioni di euro circa.
LE PROTESTE
Intanto, nei giorni scorsi il tema è stato al centro di un incontro pubblico, che ha visto protagonisti alcuni esponenti di Prima Udine, lista in corsa per le prossime elezioni amministrative.
Come riassunto in una nota, inviata da Ester Soramel, che ha promosso l'incontro con il consigliere uscente Giovanni Marsico (era presente anche Silvia Formaio, che ha parlato in linea generale degli aspetti clinico-sanitari legati all'esposizione all'amianto), Soramel ha sostenuto che «il Comune di Udine è beneficiario di fideiussioni per l'opera di bonifica dell'area ex Bertoli dall'amianto e di altri interventi per la realizzazione degli obblighi previsti dalla Convenzione urbanistica stipulata con Progetto Udine Srl, proprietaria del terreno» e, ha aggiunto nella stessa nota, «sorge spontaneo chiedersi perché (la fidejussione ndr) non sia stata escussa». Marsico, in quella sede ha ricordato «le varie petizioni, raccolte firme e interrogazioni presentate dal 2014 al 2017 sulla mancata bonifica della vasta area».
La medesima nota inviata ai media diceva anche che «si valuta un eventuale esposto in Procura». Ma, in risposta a questa polemica, il sindaco in carica Carlo Giacomello ha chiarito che «fino a quando c'è una procedura di concordato in corso non si può chiedere di incassare una fidejussione. C'è una procedura che va chiusa e poi si vedrà il da farsi. Sinora il Comune ha sempre avuto le mani legate».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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