TREVISO - (ef) Ha sempre chiamato i suoi concittadini trevisani, lasciando il più colto trevigiani ai tanto vituperati salotti radical chic. La sua tribuna è la strada, il bar il suo quartier generale. E questo essere tra la gente lo ha reso, inevitabilmente, un'icona. Ma i tempi cambiano e anche gli idoli vengono rovesciati. «Il popolo no, non mi tradirà». Eppure il popolo non ha più le idee così chiare. E per sentire gli umori di pancia, c'è piazza dei Signori, il pensatoio della città. «Per me o Gentilini o scheda bianca» proclama ancora qualcuno. Però, a sorpresa, anche i vecchi leghisti cominciano a prendere le distanze. «Io sono un leghista della prima ora- afferma un signore sulla settantina- ho in tasca la tessera del partito. E se il partito dice che è il momento di andare in un'altra direzione, seguo le direttive del partito». Gentilini insomma ha fatto la storia del Carroccio a Treviso e soprattutto ha reso popolare la figura del sindaco: deferenza per quel che ha rappresentato ma per qualcuno è tempo di cambiare pagina. «Non ha voluto rassegnarsi a fare il padre nobile -lo attaccano alcuni militanti più giovani- non riesce a lasciar spazio agli altri, non prende neanche in considerazione l'idea di mettersi in discussione. Se fosse riuscito a ritagliarsi il ruolo di grande vecchio, sarebbe molto più ascoltato. Ma non fa per lui. Troppa energia, troppa esuberanza. E che caratteraccio!» scandiscono. «No beh, per me Genty non si discute. Io non sono leghista, sono gentiliniana -spiega una signora di mezza età- mi riconosco in lui e, nonostante l'età, se dovesse ripresentarsi, lo voterò. Chiamatelo pure affetto. Ma lo sento come uno di famiglia, siamo in pratica invecchiati insieme». Sono in molti a mettere il dito sulla questione più evidente: l'incompatibilità tra lo Sceriffo e l'attuale segretario provinciale, Dimitri Coin. «La Lega attuale politicamente è zero e l'aver tagliato fuori in modo così violento Gentilini sono sicuro che danneggerà il movimento - afferma un professionista trevigiano dell'area di centrodestra- tant'è che Zaia si guarda bene dal maltrattare il Vecchio. La Lega trevigiana sembra il vecchio Pci. Si fa male da sola per miopia politica».
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