Volano 10 mongolfiere sopra il cielo trevigiano

Domenica 28 Agosto 2016 di Centinaia di visitatori anche per le mostre e gli altri eventi
Difficili sentirsi più liberi perchè il pericolo è proporzionale al piacere. Un volo vero, senza paracadute; o meglio: dentro al paracadute. E la città a mille piedi non è mai stata così bella. Il tramonto trevigiano oggi lo raccontiamo dall'alto di una mongolfiera. In città, al Sant'Artemio, è arrivato il primo festival della mongolfiera. E l'emozione di sentirsi un po' antichi, un po' pionieri, un po' geniali e sognatori come i fratelli Montgolfier è innegabile. Perchè salire il cielo con un enorme pallone gigante è davvero un modo bohémien di solcare l'aria. Sai quando parti, ma non sai quando arrivi. E soprattutto dove. L'abitacolo è un cesto di vimini da scavalcare, dentro è come l'ascensore. Non si premono tasti però, perchè il grande pallone sulla testa butta aria calda e sale, sale. Per partire ci è voluta più di un'ora: non bastava il tardo pomeriggio, ci voleva anche la temperatura giusta. E soprattutto il vento. Quello di ieri virava a sud, direzione aeroporto. E il rischio era troppo. Poi si è stabilizzato e dieci immensi giganti colorati sono a turno ascesi, rendendo inconsueto il cielo trevigiano di fine agosto.
Salire vuole anche dire lasciare a terra tutto: contorni che diventano indefiniti, persone che sembrano piccole piccole, voci e rumori che spariscono nel nulla. Da lassù senti solo il suono dell'aria e dei capelli che sbattono sulle spalle. Dove si scenderà stasera? Può essere un campo, una strada oppure un terrazzo. Perchè nei voli enigma capita anche questo. Ma niente paura, una volta localizzati, tutti saranno riaccompagnti a casa. La prima volta delle mongolfiere in città è stata una kermesse entusiasmante: tutti i voli esauriti e centinaia di visitatori. Perchè il primo festival della mongolfiera ha soddisfatto ogni tipo di curiosità: quelle scientifiche e quelle ludiche. Con mostre e spettacoli per bambini. Una bella idea di Marzia Tommasi, pr dell'Ippodromo Sant'Artemio. Non è mancato un focus sugli aquiloni, pesci piccoli nel cielo grande dei palloni dell'aria. A vincere sul resto però è la pazza emozione di lasciar giù tutto, anche la sagra un po' triste di contorno, e alzarsi. Fendere il cielo come se si avessero sempre vent'anni, come se il sole ti baciasse la faccia, come se non fosse importante arrivare. Perchè quel conta, mai come in questo caso, è il viaggio.(((filinie)))

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