Vibrazioni, crepe e danni «Condannati dal traffico»

Mercoledì 22 Marzo 2017
Vibrazioni, crepe e danni «Condannati dal traffico»
Crepe sui muri esterni e sulle pareti interne della villetta, sulle piastrelle della cucina e del bagno, tegole che cadono dal tetto, mattonelle del vialetto del giardino spaccate in due. «È come un terremoto», sospira Antonio Peruzza. Invece è l'effetto delle vibrazioni prodotte dal continuo passaggio di veicoli, soprattutto bus e camion, lungo l'adiacente strada di San Pelajo. Per non parlare del rumore, nonostante le finestre con doppi vetri isolanti, e l'inquinamento dei gas di scarico. La situazione, assicurano i residenti, è simile anche in altre case vicine, affacciate sull'asse delle prima periferia nord della città. «Questo è diventato una pista da corse: il limite di 30 chilometri all'ora non lo rispetta nessuno -ribadisce Peruzza, facendosi portavoce del malcontento degli abitanti della zona- C'è da aver perfino paura ad attraversare la strada. Dagli istituti scolastici qui vicino (il polo Fermi-Luzzati e sede staccata del Duca degli Abruzzi, oltre alla Scuola edile, ndr), alla mattina, è un continuo andirivieni di autobus. Il divieto per i mezzi pesanti è stato alzato da 35 a 75 tonnellate, così passano anche le autobotti. E le auto sfrecciano per tutta la notte». La situazione è peggiorata negli ultimi mesi, sottolinea, dopo la posa delle nuove condutture fognarie: gli scavi e i successivi rattoppi all'asfalto hanno lasciato un manto stradale dissestato, moltiplicando le vibrazioni. Peruzza e i suoi vicini si sono rivolti al Comune, alla polizia locale e anche alla Mom, per chiedere «non multe, ma sistemi per ridurre la velocità, magari un semaforo. Finora, però, senza esito». Secondo Davide Acampora, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, tuttavia, il problema dev'essere risolto a monte: «Questa strada è stata progettata cinquant'anni fa e ormai è del tutto inadeguata ai flussi attuali -spiega- Bisogna vietare il passaggio del traffico pesante, deviandolo altrove».

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