Ucciso nel campo, pene confermate

Venerdì 21 Luglio 2017
TREVISO - Una decisione viziata da motivazioni illogiche e monca perché non è stata riconosciuta l'aggravante della premeditazione. Erano state queste le ragioni sulla base delle quali il pubblico ministero Mara De Donà aveva presentato appello in Cassazione contro la sentenza in abbreviato con cui il 3 marzo del 2016 giudice dell'udienza preliminare Bruno Casciarri aveva condannato il 55enne Amedeo Bonan e la 44enne Vania Lazzarato rispettivamente a 16 anni e a 10 anni e 8 mesi di reclusione per l'omicidio di Vito Lombardi, prima colpito in testa con un mattarello e poi affogato in un fosso a Fontane di Villorba nel giugno del 2015.
L'altro ieri la Suprema Corte ha invece confermato l'esito dell'abbreviato rigettando di fatto le tesi della De Donà che per i due aveva chiesto 60 anni complessivi di carcere. Secondo la Cassazione quindi non c'è stata la premeditazione: l'omicidio è scaturito come tragico epilogo di quella che, come hanno ammesso Bonan e la Lazzarato, doveva essere una lezione da impartire all'ex marito della donna. Confermata la volontà di uccidere che a un certo punto si sarebbe impossessata di Bonan (mentre la Lazzarato non avrebbe partecipato) ma l'assassinio non era stato pianificato. I fatti insomma sarebbero sostanzialmente accaduti come descritto anche dalle ammissioni di Bonan e della Lazzarato, che dopo la fine del matrimonio della donna vivevano insieme in Borgo Capriolo a Treviso. Per la Procura invece le cose sarebbero andate diversamente: quel triangolo fra la lei, il nuovo compagno e l'ex marito si sarebbe presto trasformato in un campo minato e l'atmosfera ad un certo punto sarebbe divenuta sempre più tesa, anche per gli atteggiamenti e i comportamenti della vittima. Infastiditi i due killer, sempre secondo la tesi del pm, non si sarebbero limitati a voler dare una lezione che convincesse Lombardi a starsene alla larga ma avrebbe invece progettato il piano criminoso per liberarsi una volta per tutte dell'uomo. Per Bonan e la Lazzaratto ora inizia il conto alla rovescia per la semilibertà, che l'uomo sarà nelle condizioni di chiedere tra un paio di anni e che per la Lazzarato potrebbe arrivare addirittura molto prima.
Denis Barea

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