TREVISO
Non è un vero addio, ma il 24 marzo Cavastropoi saluta i clienti

Domenica 24 Febbraio 2019
TREVISO Non è un vero addio, ma il 24 marzo Cavastropoi saluta i clienti
TREVISO
Non è un vero addio, ma il 24 marzo Cavastropoi saluta i clienti del centro di Treviso, un luogo reso la piccola Montmartre della città dalla grazia di Michela e dalla passione di Gianluca. Questa storia d'amore, cibo e liquori però è destinata a continuare. Il Cavastropoi si trasferirà fuori città e una giovane coppia padovana rileva l'attuale locale. «Ci hanno ricordato noi una decina di anni fa, hanno l'energia giusta». Cavastropoi è morto, lunga vita a Cavastropoi insomma.
GLI ARTISTI
Michela Volpe e Gianluca Barile, due artisti dietro al bancone. Scenografa lei, di origine trevigiana, è stata l'artefice di moltissimi locali del Nord Italia per poi vendere biciclette da corsa. E sono state proprio le due ruote e una stradina sui Navigli a Milano a farle incontrare Gianluca, che invece vanta solida esperienza nel settore dei locali, dagli esordi nel cabaret di famiglia a Borgo Priolo (Pavia) al lavoro al Grand Hotel de Milan, al Principe di Savoia per arrivare al Bechè di Milano. Il loro sogno si è concretizzato il 21 febbraio 2011. La scelta di lasciare Milano ed arrivare a Treviso è stata naturale, quasi come decidere di lasciare il passato e stare insieme. Ma ci voleva il luogo giusto. «Era una strada in abbandono, ma ho visto quella curva che dà sulla piazzetta e ho pensato: sarà la mia piccola Parigi» commenta Michela. Otto anni, in cui il Cavastropoi («Volevamo un nome veneto, che entrasse dentro il tessuto della vita quotidiana») ha saputo distinguersi e aggregare una clientela affezionatissima. Salumi e formaggi selezionati tra i migliori prodotti artigianali delle regioni italiane, i bagel e piattini sfiziosi come le tartare di carne e pesce. Oltre al brunch domenicale Gianluca si occupa anche della selezione dei vini e degli alcolici. «Abbiamo subito forti critiche per il listino prezzi, ricordo ancora la polemica dello spritz: fermarsi al prezzo è riduttivo, noi proponiamo un segmento più alto» sottolinea Gianluca.
LA PICCOLA RIVOLUZIONE
Otto anni hanno rappresentato una piccola rivoluzione nella vita di Michela. «Ho scoperto che è il cibo la mia nuova materia». Ha iniziato a sperimentare, rivelando un talento inaspettato. Sino alla menzione sulla Guida dell'Espresso. «La cucina del Cavastropoi è ormai troppo piccola, non mi basta più». Da qui l'idea di trovare, entro l'anno, un nuovo locale. Ancora poco si sa del futuro, tranne che torneranno presto. E il vecchio Cavastropoi del centro storico verrà abitato da una nuova coppia, a partire da agosto.
Elena Filini
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