Treviso inquinata: rischio allarme rosso

Sabato 23 Febbraio 2019
L'ALLARME
TREVISO Otto sforamenti consecutivi dei livelli di pm10 con valori sempre crescenti fanno della Marca trevigiana la provincia più inquinata del Veneto. «Un'emergenza reale, cui il Comune di Treviso ha risposto emettendo da subito le ordinanze -afferma l'assessore Alessandro Manera- ora la priorità è quella del cambio delle caldaie. Posso anticipare da una riunione avuta nei giorni scorsi al Ministero dell'Ambiente che c'è molta sensibilità sul tema. Si sta pensando ad interventi importanti per la conversione, e forse anche a sanzioni».
ARIA IRRESPIRABILE
A Treviso l'aria è irrespirabile: irritazioni agli occhi e raucedine. «Abbiamo parlato di questo ieri in un incontro con l'associazione Anaci Treviso, che riunisce tutti gli amministratori di condominio. La città deve utilizzare tutti gli incentivi per il cambio caldaie». Gli sforamenti, negli ultimi due giorni, sono stati degni del sud-est asiatico: giovedì la centralina di via Lancieri di Novara, ha registrato una media di 152 microgrammi per metro cubo. Per dare una dimensione del problema, quando il 31 gennaio le autorità di Bangkok in Thailandia hanno fermato il traffico pesante, ordinato la chiusura di 300 stabilimenti e di 437 scuole, la concentrazione media giornaliera era di 171. Non che in altre parti della provincia le cose siano andate meglio. Picchi elevatissimi sono stati raggiunti anche a Conegliano, quasi stabilmente sopra i 110/120 mg/m3 con punte di 150 in un'area collinare normalmente poco esposta a questo tipo di fenomeno. Mentre Mansuè, con la stazione di Basalghelle, raggiunge nelle ore notturne vette d'inquinamento inspiegabili. Anche ieri alle 2 una punta di 299 mg/m3.
I DATI
A livello regionale la situazione è quasi identica a quella trevigiana, con valori medi solo leggermente inferiori (Vicenza 119, Verona 140, Mestre 141, Venezia 127, Padova 135), mentre in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, le medie si discostano in maniera significativa (Brescia 103, Cassano d'Adda 111, Saronno 88, Torino 87, Bologna 99). Treviso marcia dunque a grandi falcate verso l'allerta rossa che scatta dopo dieci sforamenti consecutivi e include precise limitazioni alla circolazione veicolare, con un inasprimento per i veicoli diesel commerciali fino agli Euro 3. Se ne parlerà lunedì in una riunione in Comune. Il nono, ieri, è cosa già fatta. Mai sotto i 50 microgrammi, picco di 179 (nella notte su giovedì era stato di 201), valori assestati sui 120 già nel pomeriggio. Una camera a gas. Ma per fortuna l'implacabile anticiclone che sta schiacciando al suolo le sostanze inquinanti impedendone la dispersione, per un paio di giorni mollerà la presa. Già nella tarda serata di ieri sulla pianura è entrata la bora che oggi soffierà forte sulla costa e farà sentire i suoi effetti anche da noi. Il problema però non è risolto: lunedì si torna in trincea, con un rinforzo dell'alta pressione, temperature prossime o perfino superiori ai 20 gradi dove non ci saranno nebbie e nuovo aumento delle polveri sottili.
Vendemiano Sartor, presidente provinciale di Confartigianato è demoralizzato. Riconosce che il Comune prevede deroghe, è vero. Ma sottolinea: «Il problema non si risolve quando l'emergenza bussa alla porta. Per dimenticarsene appena il picco di pm10 cala dopo la prima pioggia. Servono azioni costanti se vogliamo vedere un qualche timido miglioramento». Poi, chiarisce: «E basta puntare solo su auto, camion, furgoni. Pensiamo anche alle abitazioni civili con caldaie, ad esempio, obsolete o per nulla ecologiche. Insomma, servono politiche serie, altrimenti sono i soliti tacconi che non aiutano nè le imprese nè l'ambiente».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci