Traffici di denaro a rischio centinaia di passaggi sospetti

Lunedì 22 Gennaio 2018
Traffici di denaro a rischio centinaia di passaggi sospetti
LA STATISTICA
TREVISO Nonostante la crisi, nella Marca continua a girare denaro. E dietro ad alcune operazioni si potrebbero celare traffici illeciti. Non a caso, Treviso è tra le province italiane dove più frequenti sono le segnalazioni per transazioni sospette: tra 170 e 199 allarmi ogni centomila abitanti (i dati si riferiscono al 2016, la più recente annualità disponibile). Peraltro, in buona compagnia, insieme a realtà come Verona, Vicenza, Brescia, Bergamo, Novara, Genova, Parma, Firenze, Macerata, Roma e Caserta.
I DATI
La situazione, comunque, è più critica in una serie di altre province, per così dire, di prima fascia: a Como, Varese, Imperia, Verbania-Cusio-Ossola, Rimini, Milano, Napoli e Prato le segnalazioni hanno superato quota duecento. Si tratta degli avvisi inviati all'Unità di informazione finanziaria, apposita struttura della Banca d'Italia, da istituti di credito, Poste, assicurazioni, società finanziarie, professionisti, ma anche gestori di giochi e scommesse o commercianti di oro e preziosi. Ciascuno di questi soggetti, infatti, è tenuto a segnalare all'organismo di via Nazionale transazioni che potrebbero configurare forme di riciclaggio, finanziamento del terrorismo, traffico d'armi o comunque sospette di essere legate ad altre attività illecite. Ovviamente non è detto che ad ogni segnalazione corrisponda effettivamente un reato, ma l'autorità poi dispone i relativi controlli.
LA CGIA
Le statistiche sono state elaborate dalla Cgia di Mestre «I gruppi criminali nota Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi - hanno la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività nell'economia legale, anche per consolidare il proprio consenso sociale. E il boom di denunce avvenute tra il 2009 e il 2016 costituisce un segnale molto preoccupante. Tra l'altro, dal momento che negli ultimi due anni si registra una diminuzione delle segnalazioni archiviate, abbiamo il forte sospetto che l'aumento delle denunce registrato negli ultimi tempi evidenzi come questa parte dell'economia sia forse l'unica a non aver risentito della crisi».
L'AUMENTO
Su scala nazionale infatti tra il 2009 e il 2016, le segnalazioni sono aumentate di quasi il 380 per cento. Se nel 2009 erano poco più di 21 mila, due anni fa hanno raggiunto il record di 101.065. La tipologia più indicata è stata quella del riciclaggio: più del 78% delle operazioni sotto la lente. Sempre secondo la Uif, nel 2016 la totalità delle transazioni sospette ammontava a 88 miliardi di euro, a fronte dei 97 miliardi di euro circa registrati nel 2015. Secondo l'associazione degli artigiani di Mestre, la spesa in Italia in attività illegali, ammonta a 19 miliardi: in particolar modo per l'uso di sostanze stupefacenti (14,3 miliardi), per la prostituzione (4 miliardi) e per il contrabbando di sigarette (600 milioni di euro).
Mattia Zanardo
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