«Spegnete le vecchie caldaie, non il traffico»

Sabato 12 Gennaio 2019
«Spegnete le vecchie caldaie, non il traffico»
LA POLEMICA
TREVISO Al momento, riconosce il presidente Ennio Piovesan, nessuno ha dovuto rinunciare ad un lavoro a causa delle limitazioni anti-smog al traffico, grazie anche ad alcune specifiche deroghe. Ma la preoccupazione è tanta, soprattutto per il prossimo futuro. «Siamo stati letteralmente travolti da telefonate di colleghi preoccupati conferma il numero uno di Confartigianato Treviso, il maggiore dei mandamenti dell'associazione imprenditoriale in provincia, con 2.800 associati - Molte delle nostre imprese e delle nostre attività gravitano sul capoluogo, per il nostro lavoro usiamo abitualmente auto e furgoni, è chiaro che i colleghi abbiano alzato le antenne quando hanno saputo dei nuovi limiti di circolazione in città».
RECORD NEGATIVO
Non potrebbe essere altrimenti: dei 66.780 veicoli commerciali circolanti nella Marca, uno su due ha un motore fino ad euro 3 e un ulteriore quarto (il 24%) arriva ad euro 4. Appena il 18% è classificato euro 5 e l'8% euro 6. In questi giorni Treviso è la città più inquinata del Veneto: è già scattato il livello arancione (il secondo dei tre previsti) e se il tasso di Pm10 nell'aria non dovesse diminuire nei prossimi giorni e, dunque, si arrivasse al decimo sforamento, con il conseguente blocco anche per furgoni e camion euro 4, molti artigiani rischiano di trovarsi letteralmente a piedi. Alla Confartigianato ribadiscono di non avere alcuna volontà polemica nei confronti dell'amministrazione («Sappiamo bene che questi divieti derivano da norme europee e regionali» nota Piovesan). Anzi, proprio il confronto tra associazione e giunta ha portato ad alcune esenzioni (ad esempio la ricevuta del lavoro eseguito vale come attestazione di deroga). E sono stati concordati (anche con le amministrazioni di altri comuni) dei servizi di sms con cui le ditte possono avvisare degli spostamenti.
LE RESTRIZIONI
I piccoli imprenditori, però, chiedono informazioni più tempestive sull'entrata in vigore delle restrizioni. Ma soprattutto gli artigiani rilanciano la necessità di puntare sull'ammodernamento degli impianti di riscaldamento. «Questi sono responsabili dell'80% delle polveri sottili - nota Luigi Susin, presidente mandamentale degli impiantisti termoidraulici -. In provincia di Treviso si stima vi siano circa centomila caldaie ormai obsolete, di 15 anni o più, con una combustione inefficiente. Il 10% di queste, addirittura è ancora del tipo che brucia olio esausto». Il Comune di Treviso ha predisposto un bando da 190mila euro per incentivare la sostituzione. »Sono i primi fondi, ma non gli ultimi: lo riproporremo senza dubbio» ha assicurato Alessandro Manera, assessore all'Ambiente, intervenendo all'incontro promosso da Confartigianato. Una caldaia nuova per un appartamento costa intorno ai 2.500 euro, il contributo comunale vale circa 720 euro, l'importo restante gode della detrazione al 50%. «Se aggiungiamo anche il risparmio per il minor consumo ribadisce Susin l'investimento si ripaga in tre o quattro anni».
IL PARCO AUTO
Più complesso favorire il ricambio del parco auto. Per Gianluigi Buosi, referente degli autoriparatori dell'associazione, si possono adottare anche altri accorgimenti: «A partire da un flusso di traffico più scorrevole, con autisti più esperti e consapevoli. E poi deviare il traffico pesante dai centri abitati, ad esempio liberalizzando oppure rendendo maggiormente accessibili i pedaggi autostradali». Altrimenti, nota, rischiano di essere penalizzate le fasce più deboli, chi non può permettersi un'auto (o un furgone) di ultima generazione. «Perché, ad esempio, non si usa lo stesso parametro per altri fonti importanti di inquinamento come l'aeroporto? Inoltre, non è detto che un modello di auto con motore diesel euro 5 inquini meno di una più vecchia, che magari ha una minore cilindrata».
Mattia Zanardo
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