«Sì, io. Sono stato io. Ho perso la testa. Mi sono difeso». Sofferente,

Lunedì 25 Settembre 2017
«Sì, io. Sono stato io. Ho perso la testa. Mi sono difeso». Sofferente, molto provato, in grande agitazione, ha confessato l'omicidio. Benedetto Maria Allia, origini catanesi, 28 anni vissuti alla grande, tra Ferrari e una fabbrica a Bagnoli, ha ammesso di avere sparato a chi gli chiedeva soldi. Quattro colpi esplosi da un fucile da caccia calibro 12, nascosto nell'azienda che porta il suo nome. Ha ammazzato così Francesco Mazzei, crotonese di 38 anni, arrivato dalla Germania a dar man forte al suo amico conosciuto in Calabria, a Taurianova, Yassine Lemfaddel, 29 anni, domicilio a Treviso, rimasto ferito sotto quella scarica di colpi e ora in gravi condizioni all'ospedale di Padova. Proprio quest'ultimo avrebbe vantato un credito di qualche migliaio di euro da Allia, già suo datore di lavoro. Non più di tre quattro stipendi, secondo le ipotesi investigative, per quello straniero occupato in passato nell'azienda di Bagnoli come carpentiere. Ed eccolo sabato mattina presentarsi nel capannone dove si lavora per verniciare i metalli. Eccolo domandare soldi, che Allia gli avrebbe negato. «Lo avevo già pagato», dirà poi il suo assassino ai carabinieri. Ma Yassine insiste, grida, pretende ciò che, ripete, gli è dovuto. Ne è sicuro, non si arrende. Di fronte al rifiuto, sfodera dalla tasca un coltello, trenta centimetri di lama. «Mi ha ferito - dirà Allia - mi sono difeso». Piccolo taglio tra la spalla e il collo, non più di 5 giorni di prognosi, preciseranno i carabinieri. E a questo punto che Allia imbraccia il fucile e spara. Quattro colpi. Mazzei, ferito al torace, stramazza a terra. Il marocchino, colpito all'addome, riesce a scappare, salire nella sua Mercedes e raggiungere l'area di servizio Af Petroli, lungo la provinciale. Non più di un chilometro dalla fabbrica. «Aiutatemi, sto morendo, è stato Benedetto», dirà ai soccorritori. Allia è ancora nel capannone quando arrivano i carabinieri. «È stato collaborativo fin da subito - precisa il suo avvocato Tatiana Bianco- se non aveva ancora chiamato un'ambulanza è perchè non c'era stato tempo. I militari dell'Arma sono giunti subito dopo». Non c'è più nulla da fare per Mazzei: il suo corpo è stato anche spostato, «non per occultare il cadavere, ma per evitare che i dipendenti potessero vederlo».
Donatella Vetuli

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