Sesso non protetto, torna la sifilide

Domenica 23 Luglio 2017
Sesso non protetto, torna la sifilide
Scatta l'allerta malattie sessualmente trasmissibili. Sifilide, gonorrea, epatite A sono tornate a diffondersi come non capitava da tempo.
L'unità di Malattie infettive del Ca' Foncello oggi registra oltre cento accessi all'anno e decine di diagnosi, mentre fino a poco tempo fa non c'erano che episodi isolati. Alla base ci sono rapporti sessuali non protetti e promiscui. Tra i nemici c'è anche la vergogna: chi sospetta di aver contratto infezioni del genere spesso non ne vuole sapere di andare dal medico e continua a vivere normalmente aumentando i contagi.
«C'è stato il caso di un 30enne a cui sono state diagnosticate sifilide e gonorrea spiega il primario Pier Giorgio Scotton fatta la prima visita, è tornato solo dopo 5 mesi». E alcuni non tornano nemmeno. L'Usl sta provando a correre ai ripari creando un centro specializzato nelle malattie sessualmente trasmissibili. L'obiettivo è mettere in piedi entro fine anno una struttura capace di fare le diagnosi e iniziare le terapie nel giro di poche ore. Garantendo al massimo l'anonimato.
«Non bisogna farsi sfuggire i casi che emergono detta la linea Scotton deve essere fatto tutto e subito: diagnosi e di seguito il trattamento. Altrimenti se ne perde la metà». Solo aggredendo la punta dell'iceberg è possibile arginare il blocco dei contagi che resta sommerso. Vale anche per l'epatite A. Su questo fronte si è in allerta da qualche mese a causa di una piccola epidemia che sembra essere esplosa nella comunità gay. L'anno scorso l'unità di Malattie infettive aveva contato un paio di casi. Da gennaio ad aprile, invece, ce ne sono stati già una decina.
La malattia che colpisce il fegato viene solitamente considerata di tipo alimentare. Cioè legata alla contaminazione fecale di cibi e acqua. Ma oggi si trasmette soprattutto per via sessuale. «Normalmente vedevamo un paio di casi all'anno provenienti dall'estero, adesso invece è ancora in corso una trasmissione a livello locale».
Infine c'è l'Hiv. È tutt'altro che sparito. Il Ca' Foncello registra tra i 60 e gli 80 nuovi casi all'anno. Si stima che sfugga alla diagnosi circa il 10% delle persone sieropositive. Di contro, quelli in terapia hanno viremie praticamente azzerate: in queste condizioni è difficile trasmettere la malattia anche con rapporti non protetti.

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