«Se i tetti delle case di Quinto si sollevano al passaggio degli aerei, evidentemente

Giovedì 25 Maggio 2017
«Se i tetti delle case di Quinto si sollevano al passaggio degli aerei, evidentemente
«Se i tetti delle case di Quinto si sollevano al passaggio degli aerei, evidentemente c'è qualcosa di strano nei tetti. Mi verrebbe da chiedere quando sono stati fatti. E se sono nuovi forse sarebbe meglio che i proprietari tornassero da chi li ha rifatti perché li hanno fatti con il culo». Parla schietto John F. Alborante, sales & marketing manager per l'Italia di Ryanair. Ieri era in Camera di commercio a Treviso per presentare la nuova programmazione di voli dall'aeroporto Canova per il prossimo inverno. La più ampia di sempre per numero di rotte. E qui non si è sottratto al commento della sentenza con cui il Tribunale di Treviso ha condannato Ryanair a risarcire 25mila euro a Guido Favaro, 80enne macellaio di Quinto, per i danni al tetto della sua abitazione di via Contea, l'ultima fila di case prima della pista, causati nell'agosto del 2009 da un aereo della compagnia irlandese in fase di atterraggio nello scalo trevigiano.
Una decisione che non ha precedenti in Italia. E che ora potrebbe aprire un'autostrada per cause simili. Dopotutto solo a Quinto, tra la stessa via Contea e vicolo Marangon, oltre la Noalese, ci sono parecchi casi di tegole sollevate dai vortici d'aria che molti attribuiscono al passaggio dei velivoli a bassissima quota. «A Dublino (sede della compagnia, ndr) abbiamo sorriso e definito la sentenza come bizzarra, simpatica e originale rivela Alborante non ne sapevamo nulla. L'abbiamo appresa dai giornali. E abbiamo dato mandato ai nostri legali di ricorrere immediatamente in appello». Ryanair farà di tutto per far valere le proprie ragioni e per non dover aprire il portafoglio. Per chiarire ulteriormente il concetto, il manager della compagnia low cost usa anche un esempio: «Se ti si rompe lo sciacquone del cesso dice senza andare troppo per il sottile non chiami quelli della società dell'acqua dicendo loro che era troppo pesante e che per questo si è rotta la maniglia». Fatto sta che a Dublino hanno letto molto attentamente la sentenza del tribunale di Treviso.
Il conto da 25mila euro pare irrisorio per il colosso irlandese. Ma non c'è solo questo. La posta in gioco è molto più alta: dovesse essere confermata la decisione anche nei successivi gradi di giudizio, Ryanair potrebbe ritrovarsi a dover far fronte a una montagna di richieste di risarcimento danni. «Sappiamo che in Italia quando si apre una scia tutti si buttano dentro, magari anche lamentando la rottura di un vaso per colpa delle vibrazioni conclude Alborante ciò che è certo è che quando chiude temporaneamente un aeroporto ci sono i comitati che esultano perché i bambini possono tornare a sentire il cinguettio degli uccelli. Ma, di contro, ci sono migliaia di persone, personale dello scalo, albergatori, tassisti, benzinai e così via, che si ritrovano senza lavoro. Ci sono pro e contro. Serve una visione più completa».

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