Scoppia la guerra del verde

Mercoledì 22 Agosto 2018
Scoppia la guerra del verde
LA POLEMICA
TREVISO Il duello agostano tra maggioranza e opposizione si consuma sul regolamento del verde. Approvato dall'amministrazione Manildo, presentato come un grosso cambiamento nella gestione delle aree verdi sia pubbliche che private, è finito nel mirino di Mirco Visentin (Lista Zaia/Gentilini), del sindaco Mario Conte e dell'assessore ai Lavori Pubblici Sandro Zampese. Motivo: troppo complesso e, soprattutto, eccessivamente rigido, penalizzate e ricco di divieti. E infatti l'intenzione è di cambiarlo in tanti suoi aspetti, eliminando obblighi ritenuti assurdi come la necessità del certificato di un agronomo anche solo per tagliare un albero presente nel proprio giardino.
LO SCONTRO
Non è la prima volta che la maggioranza prende quanto fatto dai predecessori per stravolgerlo o cancellarlo. Un modo di fare che non piace per niente a Roberto Grigoletto, ex sindaco e ora consigliere comunale Pd: «Direi che il regolamento non è stato abborracciato ma è frutto di un lavoro svolto con esperti del settore. Se qualche settore della maggioranza ha il compito di smantellare tutto quanto è stato fatto da chi governava prima, abbiano almeno il buon senso di addurre giustificazioni fondate sui contenuti, non soltanto sulla forma: promettere di volere una deregulation, significa preferire che ciascuno continui a fare ció che vuole, magari a scapito di altri e certamente del comune interesse della città». Detto questo, contestata la forma, Grigoletto è però pronto a discutere sui contenuti: «Fermo restando che le regole per una civile convivenza non sono opzioni - osserva - personalmente non sono contrario alla proposta di Visentin di verificare se vi sia la possibilità di introdurre ipotesi migliorative al regolamento, soprattutto per rendere meno complicata la vita dei cittadini, e sono molti, che con scrupolo concorrono alla cura del verde, a partire proprio da quello privato». E un confronto su quello che va o che non va è possibile solo nei luoghi giusti: »Se accertiamo che, nella quotidianità di questi mesi, qualcosa non ha funzionato ed ha complicato la vita ai cittadini, si cambi. Proporrei un confronto tecnico in sede di commissione consiliare per procedere poi alle eventuali modiche».
L'AMBIENTALISTA
Sulla stessa posizione di Visetin, anche se con sfumature diverse, Romeo Scarpa, presidente di Italia Nostra, che non ha mai nascosto i propri dubbi sul documento: «Quel regolamento è stato dimenticato per tanto tempo nei cassetti, poi approvato perché bisognava farlo. Ma regolamenti del genere, basati solo sui divieti, non funzionano. Si sarebbe dovuto pensare più agli incentivi. Dispiace quasi dirlo: ma funziona di più Gentilini che premia la signora che si occupava dell'aiuola pubblica, piuttosto che un documento pieno zeppo di imposizioni e divieti. E un regolamento così si presta, ovviamente, a tanti attacchi».
Paolo Calia
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