Rottura medici-Regione, ambulatori chiusi per 44 giorni

Giovedì 12 Ottobre 2017
LO SCONTRO
TREVISO Raddoppio della serrata degli ambulatori e sciopero bianco. Nella Marca esplode lo scontro tra i medici di famiglia e la Regione. I camici bianchi protestano contro il blocco dei progetti come i super-ambulatori aperti 12 ore al giorno e gli ospedali di comunità nel territorio. Sono sulle barricate in tutto il Veneto. Ma l'epicentro è ancora una volta a Treviso. Martedì l'assemblea della Fimmg provinciale ha adottato la linea dura. I camici bianchi della Marca hanno deciso di raddoppiare il pacchetto di chiusure degli ambulatori messe in calendario a livello regionale tra novembre e marzo (i primi due giorni di stop sono l'8 e il 9 novembre). Per quanto riguarda la provincia di Treviso, quindi, si passa da 22 giornate a 44 giornate di stop completo. Non solo. Il sindacato provinciale ha anche dato il via libera al cosiddetto sciopero bianco. Significa che i medici di famiglia applicheranno in modo certosino la convenzione che li lega all'Usl, rispettando al secondo l'orario di chiusura degli studi e facendo pagare ai pazienti i certificati e i moduli che i dottori non hanno l'obbligo di compilare. Sono queste le decisioni che stasera Brunello Gorini, segretario della Fimmg di Treviso, metterà sul tavolo dell'assemblea intersindacale organizzata a Padova.
LA PROTESTA
Il risultato non è scontato. I sindacati potrebbero decidere di allargare le stesse iniziative di protesta a tutto il Veneto. Così come potrebbero chiedere alla federazione di Treviso di ammorbidire i toni. Questa ultima ipotesi, però, appare assai remota. Ieri pomeriggio Gorini ha avuto un incontro con Francesco Benazzi, il direttore generale dell'Usl della Marca al quale nei giorni scorsi aveva proposto di vestire i panni di mediatore con la Regione. Il faccia a faccia, però, si è concluso con un nulla di fatto. «Ha parlato solo per l'Usl provinciale, senza un mandato della Regione spiega Gorini quindi si va avanti con la linea dura: la Fimmg di Treviso proporrà al tavolo intersindacale il raddoppio dei giorni di chiusura degli ambulatori tra novembre e marzo e l'avvio dello sciopero bianco». Ma anche lo Snami è sul piede di guerra. Salvatore Cauchi, segretario regionale, aveva già proposto di raddoppiare la prima chiusura degli ambulatori: non solo l'8 e il 9 novembre, ma anche il 7 e il 10 novembre. Luca Coletto, assessore regionale alla Sanità, ha risposto a chiare lettere: «Se chiudono gli ambulatori è interruzione di pubblico servizio». Immediata la replica di Bruno Di Daniel, segretario provinciale dello Snami: «Non si può negare il diritto allo sciopero. Siamo forse in una dittatura?».
M.F.
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