Rottura con Gentilini vertice Salvini-Da Re

Venerdì 28 Aprile 2017
Rottura con Gentilini vertice Salvini-Da Re
Stasera il caso Treviso sarà portato sul tavolo di Matteo Salvini. Tavolata, per la precisione, quella imbandita a Piombino Dese (Padova) in occasione della festa della Lega Nord: alle 20 il segretario nazionale Gianantonio Da Re incontrerà a cena il leader federale Matteo Salvini, al quale esporrà i motivi del divorzio tra la Lega Nord e Giancarlo Gentilini, che tuttavia non dovrebbe condurre ad una formale richiesta di espulsione sull'asse Venezia-Milano. Questo almeno è quel poco che trapela dagli abbottonatissimi ambienti leghisti, mentre a parlare è un colonnello del partito: «Il popolo sta tutto con lo Sceriffo».
L'esponente del Carroccio parla solo con la garanzia dell'anonimato. Sono notti dei lunghi coltelli, quelle che scorrono in zona K3: una parola di troppo può costare la tessera. Lo sa bene Cinzia Zanon, sostenitrice cacciata un anno fa insieme ad altri tre residenti di Santa Bona per un mi piace sui social ad un post sarcastico sullo scontro al Maggior Consiglio tra il segretario provinciale Dimitri Coin e lo stesso Genty, scritto da Beppe Fantin a cui peraltro venne negata l'iscrizione come simpatizzante. Ora sul profilo Giancarlo Gentilini lo sceriffo di Treviso, pagina non ufficiale dell'ex primo cittadino, sia l'una che l'altro esternano la loro indignazione. Scrive Zanon: «Lo sceriffo non ha scheletri negli armadi e non si è arricchito approfittando della sua posizione. La Lega senza Gentilini è zero». Aggiunge Fantin: «Se la Lega perde si schiereranno tutti dalla parte dell'ex sindaco di Treviso per avere maggiori possibilità di occupare qualche incarico, come successe nelle elezioni del 2013 quando qualcuno si avvicinò a Giancarlo per entrare tra i consiglieri di Ca' Sugana».
I vertici delle segreterie liquidano commenti del genere come cattiverie di gentiliniani allontanati: «Se il popolo fosse davvero schierato con lui, alle ultime Comunali l'avrebbe votato, invece di far vincere Giovanni Manildo». Ma l'anonimo big leghista mostra gli sms ricevuti in queste ore: «La gente è tutta con Giancarlo, un uomo a cui molti di noi dobbiamo tutto. Bisognerebbe avere rispetto per lui già solo per questo, oltre che per il fatto che Genty è un simbolo per la Lega e che ha quasi 88 anni. Il segretario Coin avrebbe dovuto gestire questa fase con maggiore spessore politico, lasciando decantare le esternazioni dello Sceriffo: tutto si sarebbe risolto nel giro di un paio di giorni. Probabilmente ha esagerato nei toni, ma Gentilini è sempre stato così e ci è sempre andato bene proprio per questo».
Ma ora basta, dice perfino il solitamente cauto governatore veneto Luca Zaia: «È una vicenda dolorosa, ma se ti dichiari leghista, sai benissimo che non puoi danneggiare la tua casa. Nessuno fa il processo a Gentilini, però dico anche che c'è sempre una misura». Secondo il suo omologo lombardo Roberto Maroni, invece, certe icone non possono essere archiviate così: «Spero che il Sindaco Sceriffo rimanga».
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