Ronde dei lagunari «Così non servono»

Venerdì 18 Agosto 2017
Ronde dei lagunari «Così non servono»
Li chiamano Camping Manildo, guest house Appiani, b&b Sant'Andrea: lì la polizia municipale metterà presidi fissi. «Ma i venti lagunari, dove sono?» chiede sommessamente Ca' Sugana. Va detto con chiarezza: tutti sanno come questa sia una sorta di caccia alle streghe. Per venti sbandati che vengono fatti sloggiare, altrettanti ne torneranno. Ma se il Comune ha l'obbligo di far rispettare il decoro, lo Stato ha l'obbligo di occuparsi della situazione dei richiedenti asilo.
Mattinata di passione ieri in zona stazione. Ca' Sugana vuol dare segni di efficientismo ma razionalmente sa che non si può proibire alle persone di stare in un parco. D'altro canto è evidente come al Comune non spetti addossarsi la responsabilità di dove vadano a finire questi migranti. «Non possiamo tollerare queste situazione: ho scritto al Prefetto per una riunione urgente. Non possiamo essere i soli ad occuparcene» afferma il vicesindaco e assessore alla sicurezza Roberto Grigoletto. Dopo ventiquattro mesi di accoglienza straordinaria e sei mesi (ma già questo è uno step consentito a pochi) di Sprar, dove vanno queste persone? E soprattutto chi sono gli uomini che, sacco a pelo in mano, dormono nei giardini e nei parcheggi sotterranei? «Da mesi chiediamo al Prefetto una mappatura di chi arriva, chi entra negli hub e chi esce - riprende Grigoletto - sono dati attualmente non in nostro possesso. Ora dobbiamo sapere sennò come interveniamo?».
Intanto i vigili urbani che, in ordine sparso, devono vedersela con Ztl, sicurezza nei giardini del centro, controllo al cimitero di San Lazzaro, controlli notturni nei quartieri di San Paolo, Canizzano e Santa Bona, controllo immondizie alla Tower House e ordinaria amministrazione, dovranno anche applicare un presidio fisso ai giardinetti della stazione. «Ma è l'unico modo per intervenire - conferma il vicecomandante Giovanni Favaretto - il solo passaggio, come abbiamo constatato, non dà risultati». «Ribadisco la necessità di coordinarci - riprende il vicesindaco - se i dati ci dicono che serve il presidio fisso, dobbiamo sapere anche noi dove e come si muovono le forze dell'esercito».

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