Rodin, buona la prima: mille visitatori

Domenica 25 Febbraio 2018
LA MOSTRA
TREVISO Ieri mattina si è alzato definitivamente il sipario sulla mostra Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet. Treviso dialoga ufficialmente con uno dei più grandi maestri della scultura di tutti i tempi. E dopo il rush dedicato al completamento dei lavori, all'imprimatur del ministero parigino e all'inaugurazione, l'attesa è tutta dedicata ai numeri. Che non promettono, è logico, di bissare l'exploit delle Storie dell'Impressionismo, ma potranno riservare alcune sorprese. Il numero delle prenotazioni già conforta. E dal terzo week end c'è il sold out dei gruppi. Ma come è andato il primo giorno? «L'inizio della mostra è stato molto positivo, abbiamo registrato circa mille i visitatori - dice un soddisfatto Marco Goldin, patron di Linea d'Ombra - non mi sarei mai aspettato una cifra del genere. Il difficile è riuscire a portare la gente perché c'è molta diffidenza. Ma quando le persone entrano rimangono stecchite dalla bellezza di questa mostra. Ho grandi speranze».
IL RECITAL
Come tradizione, ieri pomeriggio il celebre curatore ha regalato al pubblico un recital (che ha fatto il tutto esaurito) insieme al pianista Remo Anzovino: «È stato un autentico trionfo», confessa. Goldin ha iniziato la performance con una poesia, che apre anche il catalogo scritto di suo pugno, in cui immagina un dialogo tra Rodin e Camille Claudel, La musa ispiratrice dello scultore. L'ultima parte del recital è stata dedicata alla scultura che ritrae Camille, l'opera preferita da Goldin: «Lì - racconta -ci hanno interrotto più volte, quasi tre minuti di applausi. Mi sono emozionato. Non potevamo iniziare Meglio».
IL LIBRO
L'incontro tra Rodin e Goldin è fortuito e risale alla giovinezza. «Nel 1985, mentre stavo finendo di preparare la mia tesi di laurea in Storia della critica d'arte, tesi dedicata a Roberto Longhi e discussa all'Università Ca' Foscari di Venezia, mi imbattei in un piccolo libro, appena uscito in traduzione italiana, scritto però nel 1902. Nel titolo, veniva indicato soltanto e semplicemente il cognome dell'artista cui era dedicato. Si trattava di non più che qualche decina di pagine. Mi colpì l'autore, che non era uno storico dell'arte, ma un poeta». Si riferisce alla biografia di Rainer Maria Rilke: «Davanti al banco di una libreria della mia città, Treviso, presi quindi in mano quel piccolo libro che Rilke aveva scritto, al principio del Novecento, su Rodin. Lo aprii e lessi la prima, folgorante riga: Prima di essere celebre, Rodin era solo». Vent'anni dopo, le condizioni per realizzare quel sogno si sono verificate. E Marco Goldin è partito alla conquista di un terreno, la scultura, per molti ancora inesplorato. Ha dato vita e umanità a quei personaggi, facendoli diventare creature palpitanti. E soprattutto ha sovrainteso ad un processo di restauro che ha dato al museo trevigiano di Santa Caterina un respiro europeo. Un intervento che segna un'epoca.
Elena Filini
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