Un funerale così non si era mai visto. La bara al centro del campo da basket, gli amici e i parenti che ballano e cantano sulle note rap di Notorius Big, lanciando petali e firmando palloni e magliette da basket in ricordo dell'amico scomparso. Era il 19 marzo di un anno fa e tutto avveniva al campetto del Sacro Cuore, uno dei templi del basket outdoor di Treviso. Un luogo amatissimo da Christopher Alò, per tutti solo Koby, scomparso a seguito di un incidente stradale avvenuto il 14 marzo 2016 a Istrana. Koby stava andando al lavoro in sella al suo scooter, ma perso il controllo del manubrio, aveva sbandato improvvisamente impattando violentemente contro un palo.
A un anno dalla sua morte, i suoi tanti amici, i parenti, e tutti coloro che hanno pianto la morte del giovane cestista cresciuto a Monigo, si sono ritrovati ancora una volta al Sacro Cuore. Hanno organizzato una grigliata accanto all'oratorio per poi sfidarsi, come mille volte aveva fatto assieme al 29enne, a suon di penetrazioni e tiri da tre punti sul cemento del campetto. Poi sono stati liberati in cielo dei palloncini.
«Ci sono dolori che non si possono cancellare - hanno scritto pochi giorni fa in una lettera gli amici di Koby -, elaborare la perdita è complesso, perchè è impossibile non tanto accettare la realtà, ma riconoscere veramente cosa si è perso».
A un anno dalla sua morte, i suoi tanti amici, i parenti, e tutti coloro che hanno pianto la morte del giovane cestista cresciuto a Monigo, si sono ritrovati ancora una volta al Sacro Cuore. Hanno organizzato una grigliata accanto all'oratorio per poi sfidarsi, come mille volte aveva fatto assieme al 29enne, a suon di penetrazioni e tiri da tre punti sul cemento del campetto. Poi sono stati liberati in cielo dei palloncini.
«Ci sono dolori che non si possono cancellare - hanno scritto pochi giorni fa in una lettera gli amici di Koby -, elaborare la perdita è complesso, perchè è impossibile non tanto accettare la realtà, ma riconoscere veramente cosa si è perso».