Residenza da "asciugare" «La ditta paghi il conto»

Martedì 27 Settembre 2016
TREVISO - «Vogliamo recuperare tutte le risorse per sistemare il centro per anziani di Santa Bona. Andremo fino in fondo e non ci fermeremo fino a quando non ci verrà riconosciuto quello che ci spetta».
Luigi Caldato, presidente dell'Israa, suona la carica. L'istituto si è rivolto al tribunale con in testa un imperativo categorico: recuperare i soldi necessari per rimettere a nuovo la casa di riposo costata oltre 15 milioni. Il conto è da capogiro: servono centinaia di migliaia di euro per "asciugare" l'edificio. La struttura di Santa Bona è infatti nata sotto a una cattiva stella: a soli dieci anni dall'inaugurazione è invasa dall'umidità di risalita. Così tanto da spingere l'istituto a togliere malte e intonaci per lasciar traspirare i muri. Ma ancora non basta. Ecco perché l'Israa ha deciso di battere cassa con la ditta che l'ha costruita: la Guaraldo, attualmente in concordato preventivo. «Sappiamo che non sarà semplice - spiega il presidente - ma non lasceremo niente di intentato». All'inizio sembrava servisse una corsa contro il tempo per ottenere qualcosa entro la scadenza dell'assicurazione posta a copertura dell'edificio. Non è così. «Ci siamo rivolti al tribunale prima del termine - sottolinea Caldato - è questo ciò che conta». Ora toccherà al giudice portare a galla eventuali errori nella fase di realizzazione della struttura, valutare eventuali responsabilità e definire se e quanti soldi dovranno essere versati all'Israa. Ammesso che si riescano a recuperare.
Mauro Favaro

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