Razzisti scatenati: insulti a Chaibi

Sabato 20 Maggio 2017
Penna nera e tricolore. Festa e orgoglio nazionale. Però lo sforzo massivo all'inclusione portato avanti dalla città ha ancora qualche falla. Accade così che nelle grandi reunion, in quel clima di allegria un po' alticcia insieme alla straordinaria solidarietà cui la città ha assistito nei giorni della Novantesima, si siano verificati anche episodi di razzismo. Il più noto, perché portato all'attenzione sui social dall'attore Mirko Artuso, quello riferito a un venditore abusivo di colore messo alla gogna da un gruppetto di giovani con in testa il cappello alpino. Ma non sembra cosa isolata. Quindi Treviso is open. Per ora, però, dipende dai punti di vista. «Abbiamo ricevuto molte segnalazioni su episodi di razzismo- conferma Said Chaibi, gruppo consigliare di Sinistra Unita-la nostra è una città accogliente che tu abbia una penna nera sul cappello come che tu abbia la pelle nera. Non possiamo tacere». La richiesta di una presa di posizione rivolta al sindaco Giovanni Manildo ha scatenato però una mezza bagarre. Un po' si è letta come un oltraggio all'Adunata, un po' si è avvertita la reprimenda di Chaibi come il tentativo di gettare discredito su una tre giorni sentita un po' da tutti come perfetta. Ma al silenzio ufficiale della giunta ha fatto eco il fracasso dei commenti e degli insulti indirizzati a Chaibi. E si riavvolge ancora il nastro, tornando a un argomentare di superficie dove, a una certa mancanza di sostanza, fanno da contraltare offese sempre più pesanti. «È pazzesco come nel 2017 ci sia ancora gente che ti dica cose irripetibili come quelle che si leggono sulla mia bacheca» commenta Chaibi. Sciacquati la bocca prima di parlare degli alpini e poi la solita chiusa barchetta e cammello, tornatene al tuo paese: questo il tono dei commenti più educati. Ma Said tiene a sottolineare che l'Adunata è stata un esperimento di comunità straordinario. «Ho potuto vedere come hanno lavorato insieme alpini, richiedenti asilo e ragazzi del progetto Talking Hands durante l'Adunata e credo sia stato un momento molto bello- prosegue il consigliere- dobbiamo dire grazie agli alpini. Però non possiamo permettere che episodi odiosi e degradanti siano passati sotto silenzio per non rovinare la festa. Bisogna ripeterlo come un mantra. Noi diciamo no al razzismo». Da qui la richiesta scritta, che anche il primo cittadino, l'alpino Giovanni Manildo prenda una posizione ufficiale su questi fatti.

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