Razzismo in campo «Ti seppelliamo vivo»

Martedì 26 Marzo 2019
IL CASO
TREVISO «Nero di m...a ti sotterriamo vivo»: è la frase scioccante che un Under 15 dei Giovanissimi del Treviso Calcio si è sentito ripetere dagli avversari domenica mattina nel corso della partita Treviso-Miranese, valida per il campionato Regionale di categoria, disputata a Cendon di Silea, il campo ufficiale della squadra. Un episodio di gravità inaudita, anche per il peso specifico delle parole, che ha lasciato un segno profondo nel giocatore e in tutti i compagni di squadra. Il ragazzino, attaccante del Burkina Faso, è stato preso di mira per il colore della pelle. Già questo sarebbe ignobile. Ma stando alla testimonianza di un compagno che lo ha consolato, ha ricevuto pure minacce. Quest'ultimo, per il solo fatto di aver preso le sue difese è stato a sua volta pesantemente apostrofato anche perchè pur essendo italiano di nome e di nascita, ha la mamma colombiana e i tratti somatici, come il colore della pelle, tradiscono le sue origini. Il ragazzino si è sentito dire dagli avversari: «Vattene, non rompere i c......i». Frase sentita anche da alcuni genitori che seguivano la partita a bordo campo. L'unico a cui è sfuggito l'episodio, a quanto pare, è l'arbitro Edoardo Ervas, della sezione di Treviso, che infatti non ha preso alcun provvedimento disciplinare verso i i giocatori della Miranese. «Io non ho sentito niente», avrebbe riferito al termine della partita.
IL RACCONTO
«Sono stati insulti razzisti molto gravi quelli espressi nei confronti del nostro giocatore» afferma Alessandro Guerrino Femio, allenatore dei Giovanissimi trevigiani. «Lo hanno offeso nel primo tempo e quel ti sotterriamo vivo è una frase che fa rabbrividire se pensiamo che è stata pronunciata da dei pari età. Stiamo parlando di giocatori del 2004, di 15 anni e in squadra ne abbiamo anche di 14 e 13». Continua il mister: «Al termine del primo tempo il compagno di squadra che aveva consolato l'amico preso di mira è venuto da me piangendo e ha riferito l'accaduto all'arbitro che in un primo momento ha pensato la frase fosse riferita a lui, tanto da averlo minacciato di espulsione. Poi tutto è stato tutto chiarito, ma non sono stati presi provvedimenti, neppure quando nella ripresa le offese si sono ripetute». Femio è un fiume in piena: «Anche il pubblco ci ha messo del suo, quindi tutti hanno sentito. I genitori dei nostri ragazzi hanno sentito, gli atleti in campo pure, a quanto pare non l'arbitro. Sempre nella ripresa alle offese, ad ogni azione, non sono mancate le minacce del tipo entriamogli sulle gambe e quando hanno realizzato il gol del vantaggio e della vittoria (2-1) hanno esultato davanti alla nostra panchina definendoci squadra di m...a. Insomma queste cose non fanno del bene al calcio e alla crescita dei ragazzi».
IL DIRIGENTE
Andrea Campolattano, responsabile del settore giovanile, ha informato dei fatti la Figc. «Sono fatti da condannare, mai mi sarei aspettato offese razziste di tale portata nei confronti del nostro giocatore e della società. Per fortuna il gruppo è compatto e i ragazzi si sono uniti, tutti solidali. Tutti si sono sentiti offesi, umiliati e sono amareggiati. Chi ha sbagliato deve pagare e spero che la Miranese ci faccia pervenire le scuse che ad oggi non ci sono. Nel calcio giovanile ci sono dei valori da portare avanti, che vanno ben oltre il risultato e le offese razziste oltre a esserci state, sono state anche pesanti».
«PRONTI A INDAGARE»
«Indagheremo al nostro interno parlando con i ragazzi per capire cosa sia realmente accaduto e, se appureremo che effettivamente c'è stato qualcosa, prenderemo senz'altro provvedimenti». E' il vicepresidente Omar Lever ad annunciare l'intenzione della Miranese di vederci chiaro, in riferimento agli insulti razzisti. «Appena informati del fatto tutti i nostri dirigenti si sono prodigati per capirne di più». La Miranese ora ha le idee ben chiare su come comportarsi. «E' doveroso approfondire -prosegue Lever- e in questi giorni farò le dovute indagini. Voglio chiederlo al nostro giocatore, al diretto interessato guardandolo negli occhi, se errore con frasi infelici c'è stato prenderemo provvedimenti. Questo è poco ma sicuro».
Michele Miriade
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