Radioterapia: i rinforzi a settembre

Venerdì 17 Febbraio 2017
TREVISO «Puntiamo a ripristinare la normale attività della Radioterapia entro settembre». La scadenza è fissata da Alessandro Gava, primario dell'unità del Ca' Foncello. Praticamente un anno di passione. Proprio lo scorso settembre è stato infatti fermato uno dei tre acceleratori lineari in funzione nel reparto. Troppo vecchio: dopo dieci anni aveva iniziato a perdere colpi rischiando di dosare radiazioni inferiori rispetto a quanto previsto nei piani terapeutici dei pazienti colpiti da tumore. La gara per l'acquisto di un nuovo macchinario è pronta. Si tratta di un'operazione da oltre un milione di euro. La speranza è che arrivi per settembre. Intanto la Radioterapia ha dovuto rallentare. Impossibile far fronte a tutte le richieste con soli due acceleratori. Basti pensare che un singolo apparecchio lavora ogni giorno su circa 45 pazienti. Alcuni, di conseguenza, sono stati costretti a continuare le cure in altri ospedali: Belluno, Padova e Vicenza. Si cerca di ridurre i disagi individuando le Radioterapia più comode a livello logistico in base alle zone di residenza. E per il trasporto si può richiedere l'attivazione del servizio della Lilt, che ha come presidente provinciale lo stesso primario. L'anno scorso solo la delegazione di Oderzo ha effettuato complessivamente 745 viaggi, per un totale di 63 mila chilometri, trasportando oltre 70 pazienti a sottoporsi a 936 trattamenti radioterapici e chemioterapici negli ospedali di Treviso, Padova e Aviano. Un'attività resa possibile dai 23 autisti volontari, coordinati da Lorenzo Maronese. «Il servizio è di grande utilità sottolinea Gava agevola molto i pazienti, soprattutto anziani, che vengono accompagnati direttamente alla porta del reparto di cura». A settembre le cose torneranno alla normalità. La vera svolta, però, arriverà solo con la costruzione della nuova cittadella sanitaria del Ca' Foncello. Al suo interno verrà allestita una Radioterapia con quattro acceleratori lineari. Il numero ideale per lavorare senza patemi per le liste d'attesa e senza dover mandare i pazienti in trasferta in caso di emergenza.
Mauro Favaro

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