IL CASO
TREVISO (mf) «Ci scusiamo con chi ci aveva avvisati di non fidarci del delfino di David Borrelli. Ormai è un fantasma politico. Non riusciamo a capire che senso abbia che continui a frequentare il consiglio comunale. E' una frequentazione eticamente abusiva». I grillini di Treviso reagiscono in modo durissimo all'addio di Domenico Losappio, nemmeno un anno fa candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, unico consigliere eletto, che sabato ha abbandonato i pentastellati passando al gruppo misto perché in disaccordo con le linee politiche seguite a livello nazionale. I grillini ipotizzano retroscena di ogni tipo: che Losappio faccia parte di una campagna acquisti del duo Borrelli/Pizzarotti, che sia stato influenzato dal Pd visto anche l'ambiente universitario e scolastico di frequentazione e così via. Intanto hanno tagliato tutti i ponti: «Losappio è da considerarsi senza una rappresentanza politica, senza contatti con parlamentari, consiglieri regionali, eurodeputati e consiglieri di altri comuni a 5 stelle, e senza una squadra che lavori sul territorio». Gli attivisti trevigiani si erano confrontati con lui mettendo sul piatto due proposte: la prima prevedeva che Losappio palesasse pubblicamente la propria contrarierà ad alcune scelte politiche del governo, come già fatto da Virginia Raggi e Filippo Nogarin, sindaci di Roma e Livorno; la seconda che si dimettesse da consigliere comunale per rispetto del lavoro fatto dalla squadra dei grillini trevigiani. Lui ha scelto una terza via: restare consigliere passando al gruppo misto. «Ha trattato il seggio come se fosse una cosa sua -dicono i pentastellati inviperiti- ha negato entrambe le soluzioni giudicandole non abbastanza tutelanti della propria immagine pubblica. Ha voltato le spalle alla squadra GrilliTreviso. Losappio considera il Movimento 5 Stelle come l'albero del male. Però si è tenuto stretto il frutto di quell'albero: la poltrona sulla quale è seduto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO (mf) «Ci scusiamo con chi ci aveva avvisati di non fidarci del delfino di David Borrelli. Ormai è un fantasma politico. Non riusciamo a capire che senso abbia che continui a frequentare il consiglio comunale. E' una frequentazione eticamente abusiva». I grillini di Treviso reagiscono in modo durissimo all'addio di Domenico Losappio, nemmeno un anno fa candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, unico consigliere eletto, che sabato ha abbandonato i pentastellati passando al gruppo misto perché in disaccordo con le linee politiche seguite a livello nazionale. I grillini ipotizzano retroscena di ogni tipo: che Losappio faccia parte di una campagna acquisti del duo Borrelli/Pizzarotti, che sia stato influenzato dal Pd visto anche l'ambiente universitario e scolastico di frequentazione e così via. Intanto hanno tagliato tutti i ponti: «Losappio è da considerarsi senza una rappresentanza politica, senza contatti con parlamentari, consiglieri regionali, eurodeputati e consiglieri di altri comuni a 5 stelle, e senza una squadra che lavori sul territorio». Gli attivisti trevigiani si erano confrontati con lui mettendo sul piatto due proposte: la prima prevedeva che Losappio palesasse pubblicamente la propria contrarierà ad alcune scelte politiche del governo, come già fatto da Virginia Raggi e Filippo Nogarin, sindaci di Roma e Livorno; la seconda che si dimettesse da consigliere comunale per rispetto del lavoro fatto dalla squadra dei grillini trevigiani. Lui ha scelto una terza via: restare consigliere passando al gruppo misto. «Ha trattato il seggio come se fosse una cosa sua -dicono i pentastellati inviperiti- ha negato entrambe le soluzioni giudicandole non abbastanza tutelanti della propria immagine pubblica. Ha voltato le spalle alla squadra GrilliTreviso. Losappio considera il Movimento 5 Stelle come l'albero del male. Però si è tenuto stretto il frutto di quell'albero: la poltrona sulla quale è seduto».