Pugnalato sulle Mura: gli amici al capezzale di Pietro

Lunedì 6 Agosto 2018
Pugnalato sulle Mura: gli amici al capezzale di Pietro
LAMA NEL COLLO
TREVISO «Non è il momento. Lasciatelo in pace», voce ferma e faccia truce. È la mamma del 18enne Pietro Camatta a decidere chi può vedere e parlare con il figlio, disteso su un lettino, alla stanza 26 del quarto piano del Ca' Foncello. Sta bene, sorride. Ma solo qualche giorno fa è stato trovato in una pozza di sangue sulle Mura di Treviso, con un coltello conficcato in gola. Intorno al figlio una decina di ragazzi, amici, che sono andati a fargli visita. Lui parla e riesce a farsi capire, mentre la mamma lo guarda con occhi pieni d'amore. In questi giorni deve aver sofferto le pene dell'inferno. Ha il volto scavato di chi ha passato qualche notte insonne. Ma adesso il peggio sembra passato. I medici, dopo averlo sottoposto a un delicato intervento chirurgico, hanno sciolto la prognosi.
IL MIRACOLO
Chi lo ha colpito, con quel coltello comprato al supermercato, probabilmente voleva ucciderlo. Forse in un momento di rabbia. Resta il fatto che gli ha conficcato 10 centimetri di lama nel collo. E la lama si è fermata a meno di due centimetri dalla carotide. Fosse stata raggiunta, l'emorragia sarebbe stata incontrollabile. E Pietro sarebbe morto. Il pm Davide Romanelli, sentiti i carabinieri e i medici, ha deciso di procedere per tentato omicidio. Ora dopo ora il quadro clinico del 18enne è in miglioramento ma servirà altro tempo perché si ristabilisca del tutto e così possa lasciare l'ospedale.
L'INTERROGATORIO
Gli investigatori della Mobile, aiutati dai colleghi delle Volanti, hanno però fretta. Tra oggi e domani dovrebbero andare a far visita al 18enne per sentire dalla sua viva voce cosa è accaduto sulla Mura. Se ricorda chi e perché è stato pugnalato. Se è in grado di aggiungere altri dettagli a quel due italiani e uno straniero, sussurrati ai familiari prima di entrare in sala operatoria. Persone al momento ignote che avrebbero aggredito Pietro senza giustificato motivo, mentre stava rincasando in bicicletta dopo aver trascorso la serata sui bastioni a Suoni di Marca. Gli investigatori, in questi giorni, hanno sentito i due coetanei con cui il 18enne, studente al Turazza, ha trascorso la serata di giovedì. Ma i due amici non sono riusciti ad aggiungere dettagli significativi per l'indagine. Perciò si attendono novità dalle telecamere, ma soprattutto da Pietro.
A 360 GRADI
Per il momento i poliziotti procedono senza trascurare nessuna pista investigativa. C'è da capire se il 18enne è stato pugnalato a scopo di rapina o per altri motivi. Vicino al ragazzo, trovato agonizzante sotto un cespuglio, c'erano la sua bicicletta, una bottiglia di birra e il portafoglio vuoto. Sparito il telefonino. Pugnalato per portargli via il cellulare? Tutto è possibile, ma gli inquirenti vogliono vederci chiaro. E le parole di Pietro già oggi potrebbero dare una svolta all'inchiesta. Perché quel un italiano e due stranieri potrebbe voler dire che conosceva chi lo ha accoltellato. (Ro)
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