Prefettura, il Comune firma le garanzie

Mercoledì 23 Maggio 2018
IL CASO
TREVISO Domani, a Roma, sarà perfezionata definitivamente la vendita della Prefettura. I tecnici del Comune di Treviso andranno negli uffici di Invimit per chiudere la transazione e incassare i 7 milioni 500 mila euro pattuiti. Ma per archiviare definitivamente il file Palazzo della Signoria serviva un ultimo atto. E ieri la Giunta Manildo ha stilato un documento nel quale, in caso la società acquirente decidesse a sua volta di rimettere il palazzo sul mercato, il Comune di Treviso debba essere preventivamente avvisato. Non una vera e propria prelazione, ma quasi.
GARANZIA
Si tratta di una sorta di garanzia, tramite cui il comune di Treviso sia sempre informato dei movimenti immobiliari che riguardano il palazzo in piazza dei Signori. E, in caso ma l'ipotesi non è delle più probabili, possa farsi avanti per primo per siglare un riacquisto. Dovrebbe concludersi così uno dei capitoli più impetuosi negli ultimi consigli comunali. Contro la vendita si erano pronunciati da subito le opposizioni e Maristella Caldato. La querelle aveva dato anche slancio alla campagna social #ilcuorenonsisvende.Ma la maggioranza aveva votato compatta e in marzo il Comune aveva iniziato le trattative. L'acquirente è Invimit Sgr, società istituita nel mese di marzo 2013 che può operare sia tramite Fondi di Fondi, investendo in fondi target istituiti dagli Enti Territoriali, come anche in qualità di promotore e gestore di Fondi immobiliari diretti finalizzati a ridurre il debito pubblico.
IL FONDO
In particolare dal 2015 la società ha istituito Patrimonio Italia, un fondo immobiliare di tipo chiuso, destinato ad acquisire immobili ad uso ufficio di proprietà di enti territoriali come Province, Città Metropolitane, in locazione al Ministero degli Interni. La logica è che lo Stato anzichè pagare un affitto sugli stabili in cui hanno sede i suoi presidi, li acquisti in una logica di rigenerazione degli edifici e con il vincolo assoluto che continuino ad essere ciò che erano. «L'obiettivo è quello di dare un maggiore impulso ad un importante piano di manutenzioni, invertendo quel trend negativo causato dai continui tagli agli Enti Territoriali», ha spiegato il presidente Massimo Ferrarese. Con la vendita del Palazzo della Signoria inizia il cosiddetto controrisiko: così Manildo è riuscito a liberare nuove risorse e alienare complessi ed edifici che necessitino di grandi investimenti per la ristrutturazione. «Abbiamo portato a termine un'operazione accurata, che non snatura la vocazione originaria del luogo, ma va nella direzione della valorizzazione dello stabile» aveva confermato Manildo. (ef)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci