TREVISO - (e.f.) Una cosa è certa: per quanto evento straordinario l'adunata ha fatto ripartire con il turbo il dibattito sulla pedonalizzazione. Ma a spegnere gli entusiasmi ci pensa subito la Lega. «Siamo tutti d'accordo sulla necessità di realizzare un piano della mobilità a Treviso. Il punto è che a suggerire delle riflessioni sul modo di intendere la città deve essere la quotidianità. Se invece il presupposto è una manifestazione straordinaria che arriva ogni 20 anni, allora siamo fuori rotta» -afferma Mario Conte- In primo luogo la pedonalizzazione deve essere solo l'ultimo tassello. Prima servono parcheggi scambiatori comodi. Significa ampliare le fasce orarie di servizio e praticare la politica dei prezzi accessibili, sia per quanto riguarda il trasporto urbano che il servizio pubblico che collega il capoluogo». Per le opposizione una tre giorni non è un buon test per prendere decisioni future ponderate. E il nodo da risolvere riguarda sempre i parcheggi. Ma neppure le affermazioni sui lavori al Cantarane, al via entro il 2017, e sull'acquisto dell'area Ex Telecom per realizzare nuovi stalli gratuiti sembra sufficiente come dato concreto. «Un conto è il sogno che ci ha fatto vivere l'adunata, un altro sono i problemi quotidiani dei cittadini e delle attività economiche che sono i veri protagonisti della vita di Treviso. Una manifestazione che in tre giorni ha riempito Treviso con quasi mezzo milione di persone lascia il ricordo di una festa bellissima. Ma è assurdo pensare che quella condizione straordinaria sia il presupposto logico da cui partire per progettare una città». Di fatto però Ca' Sugana ha chiarito che ogni azione, proprio a partire dalla chiusura di piazza Duomo, ha necessità di un pre-requisito. «E meno male -conclude il capogruppo- chiudere il centro senza prima essersi dotati delle infrastrutture necessarie ad realizzare un modo diverso di intendere il tessuto urbano è una scelta irresponsabile che invece di portare miglioramenti alla qualità della vita creerà solo caos e che, in funzione di attrazione turistica, renderà la città più inaccessibile».
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