Nuove lettere minatorie al ranger

Lunedì 1 Maggio 2017
Nuove lettere minatorie al ranger
Altre mail di minacce contro Massimo Zen e la Battistolli. Quella inviata giovedì alla direzione del compartimento dei Rangers, l'istituto di vigilanza per cui lavora il 47enne padovano Massimo Zen, non è l'unica lettera minatoria ricevuta dall'azienda della guardia giurata che lo scorso 22 aprile ha sparato e ucciso il bandito Manuel Major. Oltre a quella missiva, il cui contenuto è stato reso noto sabato mattina durante un convegno del Coisp a Martellago da Roberto Zancan, il titolare della gioielleria di Nanto assaltata nel febbraio del 2015 da un commando di ladri (assalto che si concluse con la morte di Albano Cassol, raggiunto da un colpo di fucile sparato dal benzinaio Graziano Stacchio), vi sarebbero altre lettere anonime in cui si accusano i vigilantes di comportarsi da sceriffi con la pistola. Il contenuto del primo messaggio era già di per sé sufficientemente inquietante: «Vi porteremo la testa di Massimo Zen infilata in un ferro da spiedo, pagherete anche voi per il bastardo del vostro compagno che ha ucciso Manuel».
La Battistolli, dopo aver informato gli investigatori delle minacce ricevute, ha preso tutte le misure di sicurezza necessarie e alcuni colleghi di Zen, pur di difenderlo da possibili ritorsioni, hanno attivato spontaneamente dei servizi di scorta privata. Inoltre, gli è stato installato in casa un nuovo impianto d'allarme.
L'azienda, in ogni caso, ha deciso che il 47enne, quando tornerà al lavoro, sarà trasferito da Treviso. Troppo pericoloso, almeno in questa prima fase, farlo tornare di pattuglia lungo le strade della Marca. Intanto gli investigatori stanno cercando di risalire agli autori dei messaggi minatori, dai quali hanno preso nettamente le distanze i familiari di Manuel Major, vittime a loro dire di una campagna denigratoria.
Sul fronte dell'inchiesta giudiziaria nei confronti di Zen, indagato dalla procura di Treviso per omicidio, domani sarà un giorno cruciale: verrà conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo di Major il cui esito potrebbe fornire dei chiarimenti, assieme ai riscontri dei Ris, sulla dinamica dei fatti. «Erano armati, ho sparato per difendermi» ha sostenuto sin dal principio Massimo Zen che nei prossimi giorni verrà sentito nuovamente dagli inquirenti.

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