Nuove infiltrazioni mafiose nelle ditte della Marca

Giovedì 17 Maggio 2018
LA RICERCA
TREVISO Sono un centinaio le aziende criminali individuate in Veneto da una ricerca in materia dell'università di Padova. E anche nella Marca, come nelle province di Padova, Vicenza e Verona, dove il tessuto industriale è più sviluppato, si registra una concentrazione elevata. Criminali sono quelle imprese nella cui proprietà o nei cui consigli di amministrazioni figurano persone condannate in via definitiva per mafia. «Una presenza ramificata, caratterizzata per aver aggredito, in particolare, il comparto dei servizi, anche rivolti ad altre imprese sane spiega Antonio Parbonetti, dell'ateneo patavino, uno dei curatori dello studio -. Abbiamo individuato, in generale, tre tipologie: aziende di supporto che danno servizi alle organizzazioni criminali, quelle dedite al riciclaggio e, il sottogruppo più numeroso, quelle che abbiamo battezzato star, che si infiltrano meglio nel tessuto economico locale». Gli effetti sono devastanti: «Le aziende criminali non creano sviluppo, ma lo danneggiano continua il docente -. La nostra ricerca evidenzia come nel momento in cui l'azienda criminale viene eliminata, le aziende sane aumentano l'efficienza e le performance, recuperando fino al 20% di redditività, assumono persone, spendono meno per materie prime e servizi e pagano anche un po' più di tasse».
L'INCONTRO
Il rapporto dell'università è stato al centro di un incontro sul tema, organizzato da Proetica, associazione costituita da Unindustria e dall'Ordine dei dottori commercialisti. I dati - è stato ricordato a più riprese - non equivalgono ad attribuire una patente di illegalità al territorio, ma, al contrario, a segnalare come il Trevigiano e il Veneto, proprio perché aree ancora ricche e vitali dal punto di vista imprenditoriale, siano le più appetibili per la grande criminalità. Per questo è necessario tenere alta l'attenzione. «Anzi massima attenzione ha ribadito il prefetto di Treviso, Laura Lega, da tempo impegnata sul tema - Al di là dei provvedimenti adottati dal Prefetto o da altre autorità è fondamentale e strategico alzare il livello di guardia da parte di tutti, perché ci sia un'impermeabilità del territorio rispetto a questi fenomeni. Questo significa anche riuscire a garantire agli operatori economici strumenti concreti per poter si difendere».
LA PREVENZIONE
La necessità di una prevenzione che parta da enti locali, associazioni di categoria, mondo imprenditoriale, è stata sottolineata anche dal procuratore capo Michele Dalla Costa, ricordando come la magistratura possa intervenire solo quando il reato è stato commesso, ma sollecitando anche leggi meno soggette ad interpretazioni diverse per un'azione più efficace. E se i professionisti, come ha sottolineato il presidente dei commercialisti David Moro, possono essere sentinelle sul territorio, le imprese hanno chiesto di non essere lasciate sole: «Le infiltrazioni - hanno notato Luciano Marton, presidente di Proetica, e Ivo Nardi, vicepresidente di Unindustria - nascono dall'isolamento, dalla rottura del tessuto sociale e dalla mancanza di coesione».
M.Z.
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