Non versa i soldi per la scuola Il Miur: «Giusto»

Sabato 22 Settembre 2018
IL CASO
TREVISO La scuola gli ha chiesto di versare un contributo di 25 euro per l'assicurazione, il diario e lo sviluppo dell'offerta formativa. Ma secondo il papà di un bambino che frequenta le elementari nell'istituto comprensivo di Villorba e di Povegliano quei soldi non erano affatto dovuti. Ne era così convinto che ha preso carta e penna e scritto direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Pochi giorni dopo gli ha risposto il ministero dell'Istruzione, a cui era stata girata la segnalazione: Il contributo in questione ha natura esclusivamente volontaria».
I genitori, in buona sostanza, non sono tenuti a versare nulla per far andare a scuola i propri figli, a meno che non lo desiderino. Per il papà è stata una vittoria. La scuola, a dire il vero, nella circolare aveva specificato che il contributo era volontario. Ma poi ha presentato alle famiglie il conto completo: 9,5 euro per la quota assicurativa obbligatoria per tutti, 5 euro per il diario scolastico, anche questo obbligatorio, e infine 10,50 euro per l'ampliamento dell'offerta formativa. In tutto fanno 25 euro, appunto. Senza riduzioni o sconti di sorta per chi ha più figli che frequentano lo stesso istituto. È stato proprio il fatto che la scuola abbia presentato alle famiglie il conto totale, senza specificare che poteva essere pagato solo una parte, a indispettire il genitore che si è rivolto niente meno che a Mattarella. «La dicitura usata nella circolare è ingannevole spiega il papà perché dicono che la soluzione di pagamento è unica. Avrebbero dovuto specificare meglio. Sono anni che molti genitori versano questo contributo senza farsi domande. Vedono la cifra e la pagano. Non è giusto».
Il ministero dell'Istruzione, dal canto suo, ha messo in chiaro che quel contributo è volontario. E non può essere altrimenti. Il vice capo di gabinetto del Miur, Rocco Pinneri, non ha usato giri di parole rispondendo alla segnalazione girata dal Quirinale. «Le famiglie devono essere informate dagli istituti della differenza tra contributi volontari e tasse scolastiche, che sono invece obbligatorie si legge nella risposta e le risorse raccolte mediante il versamento dei contributi volontari dovranno essere utilizzate dagli istituti scolastici per ampliare l'offerta formativa e culturale e non per il funzionamento ordinario o amministrativo dello stesso istituto. Con la contribuzione volontaria, le famiglie partecipano al miglioramento dell'offerta formativa e al suo ampliamento al di là dei livelli essenziali».
M. Fav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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