Nodulo al seno e tace, poi si ricovera e muore

Sabato 16 Dicembre 2017
Nodulo al seno e tace, poi si ricovera e muore
IL MALE
TREVISO Ha convissuto per mesi con un nodulo al seno che continuava a crescere. In poco tempo è arrivato a misurare cinque centimetri. Un'enormità. Nonostante questo, però, la donna, una commerciante 55enne titolare di un negozio di arredi e materiale esoterico a Treviso, non è mai andata dal medico. Ha continuato a vivere come se non avesse piena coscienza del tumore che si stava espandendo all'interno del suo corpo. Solo alla fine, ormai stremata, si è rivolta al pronto soccorso del Ca' Foncello. Da qui è stata subito ricoverata nel reparto di Medicina d'Urgenza. Nel giro di tre giorni i medici hanno fatto tutti gli esami del caso e hanno provato ad avviare le cure.
NIENTE DA FARE
Ma a quel punto non c'era più niente da fare. Le metastasi avevano già intaccato praticamente tutti gli organi. E nei primi giorni di dicembre il suo cuore ha smesso di battere. «Quando è arrivata da noi la malattia era già in uno stadio avanzatissimo», conferma Matteo Pistorello, primario del Pronto soccorso e della Medicina d'Urgenza. Come mai la donna non ha effettuato prima una visita o lo screening mammograffico che l'Usl garantisce alle donne con più di 50 anni?
LA PAURA
A quanto pare per paura della malattia. Non ha nemmeno raccontato a nessuno quello che le stava capitando. È andata avanti con il suo segreto. «Purtroppo non è la prima volta che ci capita di vedere una donna che davanti a un tumore mette la testa sotto la sabbia e si rivolge ai medici solo quando ormai non le restano che pochi giorni di vita rivela Pistorello credo che lei non fosse consapevole della gravità della situazione». Davanti alla malattia, insomma, si è chiusa in sé stessa. Non per una convinzione ideologica contro le cure tradizionali. «Quando è arrivata al pronto soccorso non ha rifiutato alcun trattamento sottolinea il primario durante la degenza abbiamo fatto tutti gli esami necessari per escludere le patologie curabili, in modo da definire la terapia. Ma non c'è stato il tempo». Possibile che prima la donna abbia provato a curarsi da sola con l'omeopatia? «No taglia corto il medico non è emerso alcun elemento del genere». Va detto che, fatalità, era stata colpita da una forma di tumore al seno particolarmente aggressiva. «La malattia evolve in quel modo solo nel 3 o 4% dei casi conclude Pistorello non possiamo essere certi che le cure, anche se avviate per tempo, le avrebbero salvato la vita. Ma almeno si sarebbe potuto tentare».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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