«Nel Parco del Sile investiti dieci milioni»

Domenica 19 Novembre 2017
«Nel Parco del Sile investiti dieci milioni»
UN'OASI VERDE
TREVISO «Abbiamo fatto un grande lavoro. A cominciare dalla perla della Greenway. Ma non ci sono state solo le piste ciclopedonali. È in corso un programma di rinaturalizzazione del territorio da oltre 3 milioni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti». Nicola Torresan stila con orgoglio il bilancio di quanto fatto negli ultimi 5 anni alla guida del Parco del Sile. Il 12 dicembre scadrà il suo mandato. E a quel punto l'ente di villa Letizia volterà pagina. Le redini verranno prese da un commissario regionale. E sparirà l'assemblea con 40 rappresentanti dei Comuni. Al loro posto ci saranno i sindaci degli 11 paesi dell'area protetta. Un cambiamento epocale.
Nicola Torresan, come sono andati questi 5 anni?
«Sono stati meravigliosi. Siamo partiti come un diesel. Ma poi abbiamo ingranato e portato a casa opere fondamentali come la Greenway che conduce alla laguna di Venezia. Le nuove passerelle dei Burci, prima opera realizzata con materiali alternativi. Il programma Siliffe con un finanziamento europeo da oltre 3 milioni con i quali stiamo trasformando il corso del Sile in un'oasi. In 5 anni abbiamo portato sul territorio interventi per circa 10 milioni di euro».
C'è qualcosa che la rende particolarmente orgoglioso?
«In primis le opere realizzate. Poi la riduzione dell'85% delle spese di rappresentanza. E anche l'ultimo progetto: la Carta di qualità del Parco del Sile, un marchio da assegnare alle imprese ricettive e alle attività produttive con requisiti precisi legati al rispetto dell'ambiente. A breve avremo un incontro con le associazioni di categoria. Di seguito arriverà il bando».
Opposizioni sull'Aventino. Perché il rapporto con loro non è stato semplice.
«Solo all'inizio. Poi si è instaurato un dialogo. Abbiamo realizzato opere praticamente in tutti i comuni. Contrastare la nostra azione sarebbe stato controproducente. Così si sono risolti i nodi».
Romeo Scarpa, presidente di Italia Nostra, è stato forse il suo più fiero oppositore. Ha criticato spesso le opere realizzate sostenendo che i temi ambientali sono rimasti in seconda fila.
«Rispondono i numeri. Abbiamo immesso nel fiume 6mila temoli, catturato oltre mille gamberi della Louisiana e più di 400 tartarughe esotiche. Abbiamo realizzato letti di frega per la riproduzione dei pesci. Riqualificato le sponde in diversi punti. Inoltre abbiamo comperato 6 ettari di terreno più altri 4 avuti in gestione con convenzioni gratuite. Qui pianteremo più di 6mila alberi, già comperati. Cosa importante: su queste aree ci sarà il vincolo permanente dell'Europa. Questo è ciò che abbiamo fatto sul fronte ambientale».
Il Parco deve convivere con l'aeroporto Canova. Si può?
«Sì, la coabitazione è possibile. L'importante è che ci siano le mitigazioni ambientali. Abbiamo chiesto che a fronte dell'eventuale aumento dei voli vengano piantati 27.500 alberi e arbusti lungo il fiume e sotto le rotte degli aerei».
Come vede il futuro dell'ente alla luce della nuova legge regionale sui parchi?
«Era impensabile andare avanti con 40 consiglieri. È positivo che l'ente venga snellito e che passi nelle mani dei sindaci. Si toglie un passaggio. Ma spero che la gestione di un dirigente nominato da Venezia duri poco. Il Parco ha bisogno dell'impegno di gente del territorio».
E il suo, di futuro?
«Sono a disposizione della Lega per una candidatura a sostegno di Mario Conte sindaco di Treviso. Ma seguirò sempre il Parco: ci sono interventi che non possono essere bloccati. E mi rendo disponibile da ora ad aiutare chi arriverà al posto mio».
Mauro Favaro
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