Mina Welby: «Serve il testamento biologico»

Sabato 18 Novembre 2017
Mina Welby: «Serve il testamento biologico»
IL TEMA
TREVISO «Papa Francesco ha fatto bene a dire che l'accanimento terapeutico va evitato. Purtroppo, però, temo che nemmeno il suo intervento sarà determinante per arrivare all'approvazione della legge sul testamento biologico. Il Papa non ha specificato quali sono le terapie che possono essere rifiutate. Tra queste ci sarebbero anche la nutrizione e l'idratazione artificiale. Ma molti partiti in Italia dicono in modo ideologico che queste non sono terapie ma cure vere e proprie. Il nodo sta tutto qui». A parlare è Mina Welby, co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, vedova di Piergiorgio Welby, colpito da distrofia muscolare, che aveva chiesto più volte l'interruzione delle cure che lo tenevano in vita e che è morto il 20 dicembre del 2006, quando dopo essere stato sedato gli è stato staccato il respiratore. Il messaggio che Bergoglio ha inviato alla Pontificia Accademia della Vita è stato chiaro: «Oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona».
NESSUN ACCANIMENTO
L'accanimento terapeutico, dunque, inteso come cure inutili e sproporzionate, va evitato. Non è eutanasia. Mina Welby non è rimasta sorpresa da queste parole: «Niente di nuovo spiega già Giovanni Paolo II aveva di fatto rifiutato le cure dicendo di lasciarlo andare nella casa del Padre. Anche altri Papi hanno preso posizioni simili nel passato. Paolo VI si era espresso contro l'accanimento terapeutico dicendo che ci sono tecniche nuove, ma che non è detto che tutte queste debbano essere usate. Perché i politici non ci hanno ancora pensato? È di questo che ci si dovrebbe meravigliare».
Al momento le volontà dei pazienti in fin di vita sui trattamenti sanitari, anche se messe nero su bianco anni prima, ad esempio nei registri aperti da diversi Comuni, non hanno valore vincolante. Il trevigiano Paolo Ravasin, colpito da Sla, morto nel febbraio del 2014, aveva provato ad aggirare il problema affidando le sue volontà ad un video. La legge sul testamento biologico è stata approvata alla Camera il 20 aprile scorso. Adesso è ancora ferma al Senato. E non è detto che si riuscirà ad approvarla entro la fine di questa legislatura: «Se si volesse, si farebbe a tempo sottolinea Welby vale per la legge sul testamento biologico, così come per quelle sullo Ius Soli e sulla cannabis terapeutica. Ma non mi faccio illusioni».
UNA SANATORIA
Tra l'altro per la co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, gruppo che si batte da sempre per la libertà di scelta, la legge sul biotestamento sarebbe quasi una sanatoria: «Già oggi negli ospedali quando i medici vedono che le cure non servono più le sospendono, parlando con i familiari evidenzia bisogna intenderci: nessuno vuole morire, ma quando vivere diventa una tortura si ripiega sulla morte, perché è l'unica medicina». Su questo fronte anche le cure palliative sono fondamentali. «E in Italia non ci sono abbastanza medici e operatori preparati a dovere su questo tema», conclude Welby.
Mauro Favaro
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