Lite e coltellata: tentato omicidio

Giovedì 30 Marzo 2017
Dopo la lite è andato a casa, ha preso un coltello da Rambo e, una volta tornato al bar, l'ha piantato nel ventre del suo rivale. Protagonista del grave episodio il 37enne trevigiano William Carretta, già noto alle forze dell'ordine e arrestato dalla polizia. Lunedì sera, nel plateatico del bar Mokita di Sant'Angelo, ha ferito con una pugnalata un 45enne marocchino. L'accusa nei suoi confronti è pesantissima: considerata la pericolosità dell'arma, è in carcere con l'accusa di tentato omicidio.
Lunedì sera, erano le 21 circa, Carretta si trovava nel bar per un aperitivo. Poi è arrivato anche il 45enne. Tra i due è nata una discussione per futili motivi, proseguita all'esterno del locale. È bastata un'occhiata di troppo perché la situazione degenerasse. Ma Carretta, dopo un primo scambio di spintoni, si è allontanato. Ha raggiunto casa e ha estratto da un cassetto il suo coltello Falcon, un pugnale da guerra dotato di una lama da 35 centimetri.
A quel punto è tornato al bar. Il suo rivale era ancora lì, seduto ai tavolini esterni del Mokita. Carretta lo ha affrontato e ha colpito il 45enne col coltello affondando la lama sul fianco sinistro del marocchino. «La lite è durata qualche minuto -racconta la figlia del titolare del bar, che in quel momento si trovava dietro il bancone- Io stavo lavando i bicchieri. Li ho sentiti urlare ma ho avuto paura e non sono uscita». La ragazza ha subito chiamato la polizia. Quando gli agenti delle volanti sono arrivati, il 45enne era ancora a terra, visibilmente sofferente. Ma per miracolo la lama non aveva leso alcun organo vitale. Trasportato in ospedale, ha rimediato una prognosi di circa 15 giorni.
Sul pavimento, oltre a un paio di sedie rotte e a una fibbia, i poliziotti hanno trovato il fodero del pugnale di Carretta. Gli agenti hanno quindi preso in visione le immagini di videosorveglianza del locale. Pochi minuti dopo, anche grazie alla descrizione fornita dai testimoni, erano a casa del 37enne, che si trova poco distante dal bar. Di fronte agli uomini in divisa, Carretta ha subito ammesso di essere l'aggressore e ha consegnato spontaneamente il coltello usato poco prima. Lo aveva rimesso al suo posto, in un cassetto della camera da letto. L'uomo, interrogato in Questura, è stato quindi arrestato per tentato omicidio.
«Non volevo ucciderlo -ha detto- ma difendermi. Lui mi aveva minacciato». Toccherà ora al giudice decidere se quel colpo, assestato con un'arma da guerra, potesse causare la morte del 45enne. Carretta, difeso dall'avvocato Alessandra Nava, verrà sentito domattina durante l'udienza di convalida. La difesa chiederà i domiciliari.

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