Lettera rubata, il caso in tribunale

Sabato 16 Dicembre 2017
SOSPETTI E RUGGINI
TREVISO Una contabilità tenuta, secondo alcuni dei membri, in maniera poco trasparente, l'amministrazione piena di punti di domanda e ruggini a livello personale fra alcuni degli iscritti. Alla fine questa storia di divergenze e maldicenze maturata all'interno del Gruppo Folcloristico Trevigiano è finita in Procura, dove è stato aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di sottrazione di corrispondenza privata. I fatti risalgono al periodo a cavallo tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016. Tra alcuni dei soci e dei consiglieri del gruppo, uno dei più noti e affermati nel panorama del folk a livello nazionale e internazionale, inizia a serpeggiare malumore su come verrebbero gestite le finanze dell'associazione.
LA GESTIONE DEI SOLDI
Il dito viene puntato sul presidente e su una ristretta cerchia di consiglieri a lui molto vicini, quelli che prenderebbero le decisioni su come devono essere spesi i soldi. Perché ci sarebbe tanto che non convince dentro i documenti contabili e i resoconti dell'amministrazione. E qualcuno decide di prendere il toro per le corna. Dopo mesi e mesi di malumori che viaggiano sotto traccia viene scritta una lettera riservata e indirizzata al presidente, in cui i firmatari chiedono chiarimenti e maggiore trasparenza. Un documento che nelle intenzioni degli estensori avrebbe sarebbe dovuto rimanere riservato. Ma arriva invece in mano a tutto il gruppo, causando una marea di polemiche che nel corso del 2016 avrebbero poi portato a dimissioni in massa. E a un esposto alla magistratura. Per qualcuno c'è infatti il sospetto che la missiva sia stata trafugata, poi fotocopiata e fatta arrivare in mano a tutti i soci. Secondo la denuncia , nel dicembre del 2015 il consigliere a cui la comunicazione era stata affidata affinché arrivasse in via riservata nelle mani del presidente avrebbe infatti denunciato la sua scomparsa. «No - dicono i querelanti - è stata rubata». Qualche giorno dopo verrà casualmente ritrovata a Povegliano e portata in Comune. Dove lavora uno dei consiglieri del gruppo, proprio quello sospettato di essere l'autore delle copie poi distribuite a tutti.
De.Bar.
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