Lenta ripresa per il primario Polesel dopo l'ictus

Domenica 10 Dicembre 2017
LA RIABILITAZIONE
TREVISO Comincia la lenta ripresa per Elvio Polesel, 59enne primario della Cardiochirurgia del Ca' Foncello che all'inizio di ottobre è stato colpito da un ictus. Il medico non è più in coma farmacologico. E' uscito dalla Terapia intensiva della Neurologia, dove era entrato d'urgenza. Adesso ha iniziato la riabilitazione, sempre a Treviso. Ma ancora non riesce a parlare e a respirare in modo autonomo. Insomma, il percorso sarà lungo. Per questo nel frattempo l'Usl ha affidato a Giuseppe Minniti il ruolo di responsabile della Cardiochirurgia. Tocca a lui sostituire Polesel. «Minniti è molto bravo spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca ma ovviamente tutti noi speriamo che Polesel possa riprendersi e ritornare a fare il suo lavoro. E' un grande professionista e un grande uomo».
IL MALORE
Polesel si era sentito male tra il primo e il 2 ottobre, verso le 23.40, nella sua abitazione nel quartiere di San Zeno. Era appena andato a letto. E' stata la moglie Nadia ad accorgersi che qualcosa che non andava. Nonostante l'emorragia cerebrale in corso, Polesel non ha mai perso conoscenza. Pur parlando con difficoltà, ha avuto la forza di comunicare la diagnosi alla moglie, che ha immediatamente chiamato il Suem. L'ambulanza è intervenuta nel giro di pochi minuti. Verso mezzanotte Polesel era già al pronto soccorso. Qui sono state avviate le terapie per riassorbire l'emorragia. Di seguito è stato trasferito nella Rianimazione dell'unità di Neurochirurgia. Nel frattempo sono stati avvisati due figli che lavorano lontano: uno è docente all'Università di Copenaghen e l'altro un ingegnere che lavora a Milano. Entrambi sono precipitosamente rientrati a Treviso. Mentre il terzo e ultimo figlio studia Economia a Ca' Foscari. Non era la prima volta che il medico accusava un malore simile. Un paio di anni fa, dopo un forte mal di testa, gli era già stata diagnosticata un'emorragia cerebrale. Pure in quell'occasione passò per la Terapia intensiva.
M. F.
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