Leiballi sta con Berlusconi «Niente francesi a Mediaset»

Lunedì 9 Gennaio 2017
Leiballi sta con Berlusconi «Niente francesi a Mediaset»
È il primo azionista in carne ed ossa di Mediaset ed è pronto a guidare la resistenza alla scalata di Vivendi alla principale compagnia televisiva italiana. Guido Leiballi di San Fior possiede 600mila azioni della società fondata da Silvio Berlusconi: un pacchetto che vale all'incirca due milioni e mezzo di euro ed è il più consistente in mano ad una persona fisica (fatti salvi, cioè, i titoli detenuti da altre società e imprese). Più dello storico braccio destro dell'ex Cavaliere, Fedele Confalonieri, del fratello Paolo Berlusconi, dell'ex moglie Veronica Lario, o di un altro top manager come Ennio Doris, patron di Mediolanum. Ma anche, più di molti fondi di investimento stessi. Il suo nome spicca tra i circa 90mila riportati nel libro soci del gruppo di Cologno Monzese, al momento dell'ultimo dividendo 2016, analizzato dal Corriere della Sera.
Leiballi, 81 anni, è, tra l'altro, titolare dell'hotel Prealpi di San Vendemiano. Le sue quote pare voglia tenersele ben strette (d'altra parte, il rialzo del titolo gli ha garantito un bel guadagno): raggiunto dal Corriere, ha dichiarato di aver mantenuto inalterata la sua partecipazione e di non aver alcuna intenzione di vendere ai francesi pure in futuro. Anzi, di essere pronto a votare pro Berlusconi, in un'eventuale assemblea. Mediaset, infatti, è da settimane al centro di uno scontro tra la berlusconiana Fininvest, storico azionista di maggioranza relativa, e Vivendi, holding guidata dal finanziere bretone Vincent Bollorè. I transalpini hanno rastrellato azioni, fino a salire al 28,8% del capitale, a fronte del 38,26% in portafoglio del Biscione. Una vicenda che, proprio per gli attori e la posta in gioco, ha valicato i confini delle sale dei consigli di amministrazioni, sconfinando nelle aule di giustizia e accendendo il dibattito su un possibile intervento del governo a difesa dell'italianità di una delle imprese strategiche del paese.
Eventuali acquisti obbligherebbero i contendenti a lanciare un'Opa sull'intero capitale, per questo, al momento, la situazione appare in stallo. Ma tutti gli analisti assicurano si tratti solo della quiete prima dell'assalto decisivo, mentre si stanno tessendo le rispettive alleanze. E, in una battaglia giocata sugli zero virgola, per Berlusconi aver dalla propria parte l'azionista trevigiano potrebbe essere cruciale.

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