Le querele dopo 10 anni dai fatti: ricostruzioni difficili

Sabato 20 Gennaio 2018
L'INCHIESTA
TREVISO Tanti dieci anni per rintracciare le prove di un abuso sessuale, forse troppi. È un lasso di tempo enorme in cui i ricordi possono confondersi, i dettagli perdersi, trasformando la ricerca di riscontri in un lavoro in salita, una missione quasi impossibile. È questa l'aria che si respira in Procura a Treviso nei giorni in cui il pubblico ministero Anna Andreatta, titolare delle indagini, deve decidere se chiedere il rinvio a giudizio dell'insegnante di musica accusato di aver molestato sessualmente delle sue allieve, all'epoca dei fatti poco più che bambine, oppure l'archiviazione. Le indagini, avviate nello scorso ottobre, sono ormai chiuse e l'uomo, un 50enne veneziano molto conosciuto e stimato nell'ambiente scolastico trevigiano, professore di musica in una scuola media della città che a ottobre è stato sospeso in via cautelativa dal servizio, ha già risposto alle domande durante l'interrogatorio svoltosi qualche settimana fa. Gli elementi del caso - nato dalle denunce di tre ragazze oggi maggiorenni - ci sono tutti, scritti nero su bianco nelle decine di pagine che compongono il faldone che giace sul tavolo del sostituto procuratore. Da una parte le accuse, che arriverebbero da tre 20enni e che parlano di un interesse morboso del professore per quelle che allora erano ragazzine, molestate nel corso di attività integrative della scuola. Dall'altra la difesa di un indagato choccato e incredulo, che ha ribadito fermamente la propria estraneità a quei fatti.
LEZIONI INDIVIDUALI
Stando ai racconti delle presunte vittime tutto sarebbe avvenuto durante delle lezioni di strumento e teoria individuali: toccamenti, palpeggiamenti, una fisicità inequivocabile. Ma le zone d'ombra restano tante.
LA TEMPISTICA
Ad esempio il magistrato vuole capire la circostanza delle querele: solo una coincidenza il fatto che le tre non si sarebbero conosciute, né avrebbero frequentato la stessa classe ma hanno presentato la denuncia quasi contemporaneamente? Si sono parlate, hanno scoperto magari anche solo casualmente di essere state protagoniste degli stessi fatti oppure c'è dell'altro? Ma il punto vero, lo spartiacque fra una richiesta di archiviazione o il rinvio a giudizio, è se è possibile arrivare a prove circostanziate che consentano all'accusa di poter andare oltre il ragionevole dubbio senza cui non si arriverebbe mai ad una condanna e neppure ad un processo. Le date dei fatti, i particolari, i luoghi in cui sono avvenute, tutto è diluito nel mare di più di 3mila e 600 giorni dall'accaduto. Un arco temporale su cui qualsiasi avvocato difensore potrebbe imbastire un strategia per far cadere un pezzo alla volta il castello accusatorio. Insomma, si riflette in Procura, un processo così potrebbe stare in piedi? E si potrebbe mai arrivare ad ottenere il rinvio a giudizio? Sono tanti i nodi che è chiamata a sciogliere il pubblico ministero Andreatta. Che deve per forza di cose aver ritenuto che i racconti delle tre ragazze fossero attendibili, altrimenti non si sarebbe mai arrivati all'apertura delle indagini.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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