«Le ore di lavoro sono quelle dell'intera giornata. Si riesce a recuperare

Venerdì 26 Agosto 2016
«Le ore di lavoro sono quelle dell'intera giornata. Si riesce a recuperare con qualche ora di riposo durante la notte ma molto velocemente. Il bilancio delle vittime purtroppo continua ad aggravarsi». Con il passare delle ore anche la speranza di trovare qualcuno ancora vivo si riduce. I vigili del fuoco però non mollano e continuano infaticabili a dare il massimo. Si scava anche a mani nude fra le macerie. A spostare quei mattoni e quei blocchi di cemento ci sono le divise dei trevigiani insieme a quelle di altre province.
Il contingente veneto è stato destinato ad Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno, una delle zone maggiormente colpite dal sisma. Da mercoledì pomeriggio lavorano incessantemente alla ricerca dei dispersi, senza un'istante di tregua: «In questo momento ci troviamo nel centro abitato di Arquata, i nostri colleghi veneti si trovano invece nella frazione di Pescara del Tronto». Spiega l'ingegner Giuseppe Quinto, dei vigili del fuoco di Treviso: «La terra continua a tremare. Questa notte all'alba abbiamo sentito la scossa in maniera abbastanza forte». Non c'è però il tempo per lasciarsi andare alle emozioni, di cedere alla fatica o desistere per disperazione: «Stiamo operando in questo che è un centro abitato molto antico ed è tutto nelle stesse condizioni, con fabbricati pesantemente danneggiati». I vigili del fuoco lavorano anche sulla base delle indicazioni che arrivano da chi abitava nelle case collassate, comparare le informazioni è l'unico modo per permettere di ridurre il numero dei dispersi. Non c'è tempo da perdere e pensare di rimuovere tutte le macerie è impossibile. «Le segnalazioni sulla presenza di due dispersi suggerivano la loro possibile presenza nel fabbricato in cui stiamo lavorando ora. All'interno abbiamo trovato un deceduto e stiamo quindi lavorando per cercare di individuare anche la seconda persona».
Strumentazione all'avanguardia e il fiuto dei cani molecolari rappresentano l'equipaggiamento base con cui muoversi tra le macerie: «Con le unità cinofile e le strumentazioni cerchiamo di capire dove potrebbe essere la persona e stiamo scavando senza disperdere le risorse concentrandoci il più possibile nel circoscritto raggio in cui ci potrebbe essere la persona». A un giorno di distanza dalla scossa la speranza di trovare qualcuno ancora vivo non è terminata, ma i minuti che scorrono inesorabili la riducono. Mercoledì pomeriggio la buona notizia è arrivata dai vigili del fuoco veneti che lavorano a poca distanza da Arquata: «Ci è stato detto che hanno salvato una bambina» ha spiegato l'ingegner Quinto.

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