Le meraviglie del Bailo per i meeting aziendali

Sabato 18 Novembre 2017
LA POLEMICA
TREVISO Il Museo Bailo diventa spazio di prestigio per eventi che prevedono un uso privato. Dal 1 gennaio 2018 un tariffario regolerà l'affitto degli spazi del museo novecentesco, previo filtro operato dalla giunta comunale. In linea con ciò che accade in molti musei europei, anche il Comune ha deciso di aprire le porte di questo edificio per eventi che, si legge in delibera, garantiranno l'utilizzo di uno spazio prestigioso e dei relativi servizi assicurati (apertura, assistenza, riscaldamento, illuminazione) offrendo significativi introiti a beneficio del bilancio comunale.
I COSTI
Le tariffe prevedono una concessione fino a 4 ore per 1.600 euro IVA esclusa; una concessione fino a 8 ore per 2.200 euro IVA esclusa. La delibera è stata approvata il 14 novembre all'unanimità. Sempre durante la giunta di mercoledì è infatti emerso il problema della gestione costi dei nuovi musei. In due anni, dall'apertura del Bailo, e con i lavori di ampliamento e risistemazione di Santa Caterina il bilancio di gestione e spese vive è raddoppiato. E il Comune oggi affronta il concreto problema di far vivere i musei anche con sostegni economici garantiti dall'esterno. Cosa peraltro diffusa nelle grandi città d'Europa. Si pensi solo che alla Peggy Gugghenheim Foundation di Venezia si ospitano compleanni a pagamento, con visita inclusa. O, con una misura adottata due giorni fa dai Musei Civici di Venezia, la possibilità di acquistare pacchetti di ingressi Museum Pass e di organizzare visite fuori orario, assemblee, riunioni ed eventi. «Non c'è limite al peggio - accusa Maristelal Caldato - Nel 2018 potremo organizzare anche una dimostrazione per la vendita di pentole Amc. Mai più lestofanti della cultura».
LA REPLICA
Luciano Franchin, assessore alla cultura, non si scompone. «Il Bailo è un luogo di grande potenza evocativa. Sono molte già le aziende che ci hanno richiesto il museo come set per assemblee o riunioni aziendali. Non ci troviamo nulla di scandaloso. Tutt'altro. Aggiungo che in genere questi eventi sono preceduti da visite guidate del luogo, e quindi diventa un'occasione per diffondere nel territorio la conoscenza di questa straordinaria casa dell'arte trevigiana». La replica alla Caldato è sottile: «Non commento neppure la provocazione. Dico solo che la scorsa estate abbiamo ricevuto richiesta da parte di un'azienda per un evento che non ritenevamo consono al luogo. E abbiamo rifiutato. Mi sento di tranquillizzare la consigliera Caldato, che peraltro non ho mai il piacere di vedere nè a teatro nè a museo: le pentole si continueranno a vendere in gita sui pulmann».
Elena Filini
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