Lavoro e scuola: la svolta degli immigrati di casa Calò

Sabato 20 Maggio 2017
TREVISO - (e.f.) Nella casa di Paolo Rumiz ha trovato accoglienza per oltre un mese Bozidar Stanisic, filosofo bosniaco scappato dal suo paese per il rifiuto ad arruolarsi. E nella casa di Nicoletta Ferrara e Antonio Silvio Calò vivono, da ormai 2 anni, 6 giovani africani.
Aprire la propria porta, alla fine, è un gesto molto semplice. Ne è convinta la famiglia Calò, ma non sono in molti a pensarla come loro. La giornata conclusiva del format Voci di fuori, voci di dentro dedicato a incontri e riflessione per gli studenti trevigiani e i ragazzi dell'istituto penale minorile era dedicata alle scelte.
Quella di un professore di Sarajevo è stata l'esilio: ha lasciato tutto quando ha visto il suo mondo sgretolarsi. Boidar Stanisic filosofo bosniaco autore di saggi critici, poesie e libri per l'infanzia, insegnava letteratura in un liceo ma si è rifiutato di arruolarsi. Dopo una fuga precipitosa è arrivato in Slovenia, dove è stato incarcerato e poi è riuscito a passare in Italia.
Il professor Calò e la moglie Nicoletta ricostruiscono un po' gli ultimi due anni. Quelli in cui in famiglia sono diventati 12, anzi 6+6. Genitori di sei ragazzi africani, tutti migranti economici, musulmani. La conclusione immediata è che davvero non sappiamo nulla di questi viaggi.
«Spesso il villaggio sceglie i ragazzi più resistenti per partire- spiegano- 4 giorni di deserto, poi l'arrivo in Libia e il carcere e infine il viaggio». Questi sei nuovi figli ora vanno a scuola, hanno appreso l'italiano, hanno un lavoro perché hanno deciso di accettare delle regole in un luogo in cui hanno trovato affetto.

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