La super influenza non molla la presa

Domenica 24 Giugno 2018
EMERGENZA CONTINUA
TREVISO Si sperava fosse definitivamente alle spalle. Non è così. Anzi, l'influenza continua a costringere a letto centinaia di trevigiani. Nonostante l'arrivo del caldo, sono in media 15 le persone che ogni giorno si rivolgono al pronto soccorso di Treviso a causa di complicanze. Soprattutto anziani. E i contagi sono in aumento. Perché? Perché la popolazione invecchia, si porta dietro una serie di problemi di salute e diventa fragile, ritrovandosi maggiormente esposta ai virus.
RHINOVIRUS
Tecnicamente si parla di sindromi simil-influenzali. I virus dell'influenza stagionale che questo inverno hanno colpito oltre 100mila trevigiani, infatti, non circolano più. Ma ce ne sono altri che continuano a colpire provocando sintomi sostanzialmente identici: febbre, raffreddore, mal di gola, mal di testa, dolori alle articolazioni e così via. Su tutti, i Rhinovirus. Per questi non ci sono vaccini che tengano. «Il 30% delle persone che arrivano in pronto soccorso con complicanze risulta positivo proprio al Rhinovirus, che dà infezione delle alte e basse vie respiratorie -spiega Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia del Ca' Foncello- si tratta di una percentuale elevata. Sicuramente in aumento rispetto agli anni scorsi. Questo tipo di virus circola tutto l'anno. A differenza dell'influenza stagionale, non c'è una vaccinazione. In genere non dà gravi complicanze. Ma nei pazienti che per altri motivi sono già fragili e in quelli asmatici, ad esempio, può creare dei problemi». A Treviso, poi, sono stati registrati anche alcuni casi di Metapneumovirus. Anche questo causa febbre e mal di testa. E può sfociare pure in otiti e polmoniti. «L'andamento epidemico dell'influenza stagionale è noto. I virus si diffondono. Poi chi viene colpito sviluppa anticorpi, mente chi è vaccinato è già protetto. Così il terreno dove possono circolare si restringe notevolmente -fa il punto il primario- mentre per i Rhinovirus, come per altri, non funziona così. Questi, non coperti da vaccinazione, continuano a circolare. E quindi li abbiamo anche nei mesi estivi».
SOLUZIONI
Come se ne esce? Con una settimana o dieci giorni di riposo. Non ci sono trattamenti specifici. «Si può intervenire con antipiretici. Per quanto riguarda gli anziani bisogna stare attenti che non vadano in disidratazione. Serve quindi una terapia di sostegno. E soprattutto è necessario vigilare sulla possibile sovrainfezione batterica -tira le fila Rigoli- per troppi anni abbiamo considerato in modo distinto le patologie virali e quelle batteriche. Oggi non è più così. Dobbiamo considerare ogni aspetto in modo integrato, ragionando sul paziente. La diagnostica attuale ci permette di mirare la terapia».
PROGETTI
E' qui che si innesta il nuovo progetto dedicato agli anziani. L'Usl della Marca ha allestito una squadra speciale, guidata proprio da Rigoli, contro i super-batteri che resistono agli antibiotici.
Da qui a settembre porterà avanti una maxi operazione di screening su 1.500 anziani delle case di riposo, quelli valutati come più fragili, per migliorare le loro condizioni di salute.
L'obiettivo è proprio sconfiggere i super-batteri e, alla fine, ridurre le complicanze scatenate dalla stessa influenza, tagliando il numero di accessi nei pronto soccorso degli ospedali trevigiani, soprattutto nei periodi di picco.
Se si fa prevenzione per tempo contro le possibili complicanze, si avranno meno richieste nelle fasi acute - il ragionamento fatto all'interno dell'azienda sanitaria provinciale- e si può scongiurare il rischio di reparti sovraffollati.
Mauro Favaro
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