LA STORIA
TREVISO Cuori, mani, cervelli. Storie di donne che si intrecciano

Domenica 15 Luglio 2018
LA STORIA TREVISO Cuori, mani, cervelli. Storie di donne che si intrecciano
LA STORIA
TREVISO Cuori, mani, cervelli. Storie di donne che si intrecciano nel tempo e nella progressiva ricerca della propria dimensione lavorativa. E che hanno come epicentro Treviso. Hanno vissuto i favolosi anni Novanta, dove la moda a colori di Benetton, Stefanel, Unitessile ex Iana bimbi e Geox ha portato il nome di Treviso nel mondo. E, in questo ambiente ultracompetitivo dove si dice (sbagliando) che le donne siano dei caterpillar, sono pure riuscite a diventare amiche. Trent'anni dopo, con qualche ruga, qualche figlio e qualche anno in più, hanno deciso di rimettere insieme le proprie strade. Ognuna oggi è titolare di un marchio creativo. Dalle borse ai bijoux, dalle candele alle collane. «Guadagniamo infinitamente meno di un tempo, ma siamo più felici».
IL CUORE
Il crocevia di questa renaissance creativa è Cri_ room, lo spazio di Cristiana Cartechini in piazzetta dei Lombardi. E' in quest'angolo di città così lontano dalla massificazione del merchandising che cinque donne si ritrovano a proporre i loro oggetti e a immaginare piccoli eventi smart. «Abbiamo fatto o subito delle scelte aziendali e personali- conferma Cristiana- è la naturale evoluzione di un mondo sempre in accelerazione. Ma grazie ai Benetton abbiamo vissuto una stagione irripetibile». Erano gli anni in cui Treviso era la città simbolo della moda a colori: tutto succedeva qui, e la città era lo scalo per viaggi di ricerca, contatti internazionali. Un melting pot di tendenze che ha nutrito una generazione di donne tostissime. «Abbiamo vissuto anni di creatività e possibilità importanti- sottolinea Silvana Zandini da sempre stylist prima in Stefanel e poi in Geox-conoscendo grandi industriali che ci hanno permesso di far crescere il nostro talento». Poi il tempo delle ristrutturazioni aziendali, dei budget limitati, dell'ossessione per i costi. «Alcune di noi hanno detto no, non era più il modo di lavorare che conoscevamo. Era un problema sviluppare la creatività».
RIPARTENZA
Da manager a neoimprenditrici queste donne si sono reinventate dopo i 40 anni. «Per fortuna- sottolinea Cristiana Cartechini- dietro il legame professionale c'è sempre stato un legame di natura personale». Il suo negozio, così, è stato il catalizzatore di una serie di prodotti ispirati ad una precisa filosofia, basata sulla non omologazione. «Siamo convinte che Treviso sia una città da svegliare- prosegue Katia Steffan, che cura gli allestimenti e ha da poco aperto il marchio Verso Giove- non ci manca nè la forza, nè l'energia nella creatività. Ogni tanto ci inventiamo qualche evento per ricordare che a Treviso esistono giovani imprenditrici che fanno cose non standardizzate». La creatività, in fondo, era già dentro di loro: Erika Breda ha da sempre una spiccatissima manualità. «Lavoravo come commessa ma ho sempre avuto questa passione- ricorda- mi esprimo con i quadri e il restauro mobili». Poi l'idea di creare Un filo e basta «Ho scelto i bijoux alla fine, e stanno avendo fortuna». In questo piccolo spazio nel cuore della città oggi siede la prima vera generazione di creative trevigiane. «Io mi sono sempre occupata di stile e prodotto- prosegue Slvana Zandini- dopo 9 anni kids Stefanel sono passata alla Geox e ho portato con me Roberta. Lei un anno fa ha iniziato la sua avventura con le borse. Rappresenta la creatività allo stato puro. Vediamo se insieme riusciamo a far decollare il marchio».
L'ATELIER
Hanno creato Pina P, da scommessa ad atelier vero e proprio. «Io sono creativa-conferma Roberta- ma non strutturata, sono troppo aerea». Le sue borse sono coloratissime e rigorosamente uniche. «A me piace questo nella vita: mixare cose del tutto diverse, perchè la realtà è così, le persone sono così. Questo crea l'unicità». Roberta non disegna nulla ma crea direttamente dal tessuto. «Mi muove l'istinto». Erminia è invece testimone di una tradizione famigliare nell'ambito della cereria. La sua famiglia fa candele dal 1920. Fogge odori ma soprattutto colori: il suo universo è incredibile. «Mio nonno, mio padre, io ed ora mio figlia- racconta Erminia- da poco tempo abbiamo scelto di aprire a San Zeno un nuovo negozio con accessori e complementi». Sono diverse fisicamente tra loro, ma c'è un'empatia che si respira. Anche lo stile dei loro oggetti è molto personale però dalla fusione di questo emerge qualcosa di molto coerente e univoco. E' il dettaglio che le distingue. Come reagisce Treviso a tutte queste sollecitazioni? «Un certo tipo di approccio è molto riconosciuto dagli addetti ai lavori-ammette Cristiana- ma credo sia solo questione di tempo. Chi entra qui accetta di buon grado uno spazio misurato, vede qualcosa di diverso, riconosce una certa differenza. Alla crisi resiste chi ha idee valide da proporre e conosce il proprio lavoro». Per queste donne la crisi è stata un'opportunità. «In altre condizioni non avremmo avuto il coraggio di uscire dal binario». Oggi, nella piena maturità, tutto quel bagaglio di stimoli ed esperienze tra Usa, Giappone, Estremo Oriente, e boutique parigine, ha preso forma in oggetti esclusivi e delicati. Preziosi perchè frutto dell'amore più che del business.
Elena Filini
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