La sorella: «Ho visto il casco e ho subito capito che era lui»

Lunedì 25 Marzo 2019
La sorella: «Ho visto il casco e ho subito capito che era lui»
CASTELFRANCO
«Quando ho visto sulla strada il casco con l'autografo di Valentino ho subito capito che quel sangue era di mio fratello». Silvia Macrì ieri, intorno alle 11.30 era di ritorno dalla spesa insieme al marito quando si è trovata difronte all'incidente in cui ha perso la vita Antonio. Non ha esitato nemmeno un istante: è scesa dall'auto correndo verso il luogo dell'impatto all'incrocio di Barbesin. Antonio Macrì aveva 42 anni, era l'ultimo di 4 fratelli, due femmine e due maschi, e viveva con i genitori in via Staizza a Salvarosa. Grande appassionato di motori, sia delle due che delle quattro ruote, era un instancabile lavoratore alle Smalterie metallurgiche castellane.
INSPIEGABILE
«Non so cosa sia successo, mio fratello era un ragazzo con la testa sulle spalle -spiega Silvia- Era molto prudente in moto, faceva delle gite solo nei fine settimana». Quella di Antonio per le moto era però molto più che una passione della domenica, era uno dei fili conduttori della sua vita. «Da meno di un anno era riuscito a realizzare il suo sogno comprandosi una Ducati Panigale rossa -afferma la sorella- Ogni volta che tornava da un'uscita la puliva con molta cura».
UN VERO FAN
Passione che lo portava anche in giro per l'Europa per seguire i piloti di Moto Gp. «Ogni anno andava al Mugello per seguire il gran premio -spiega- Stava aspettando con ansia il 2 giugno per andare a vedere Valentino Rossi, il suo idolo. La sua cameretta è tappezzata di foto con lui e ha anche una teca dove tiene il suo casco e diversi cappellini autografati». Fan di Valentino al punto tale che Antonio, si era fatto dipingere dall'amico Tiziano Tieppo, le pareti della stanza dello stesso blu della Yamaha del suo idolo. «Quando ci trovavamo al bar aveva sempre la maglietta e il cappellino di Valentino -ricorda Tieppo- Passavamo tante serate insieme a condividere la passione per le moto e per il calcio. Lui era un grande tifoso dell'Inter. Era amico di tutti, gli piaceva molto scherzare e stare in compagnia. Io sapevo che quando guidava la sua moto era molto prudente ma prima di salutarci gli dicevo ogni volta di stare attento». Una valida spalla per i suoi amici e anche per i genitori con i quali viveva. «Mio papà nel giro di pochi mesi ha avuto diversi infarti --afferma la sorella- così mio fratello era diventato un importante aiuto per mia mamma. Con lui avevo un rapporto davvero speciale, lo vedevo spesso e trascorreva molti pomeriggi con mio figlio di 16 anni. Ora non so come faremo senza di lui».
Lucia Russo
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