LA SENTENZA
TREVISO «Vieni o do fuoco a tutto, ho aperto il gas, faccio esplodere la casa». Questo il tono della telefonata di L.M, 45enne originario di Torre del Greco (Napoli) alla compagna. La minaccia di un gesto eclatante come ultimo capitolo della loro relazione probabilmente oramai giunta al capolinea. La casa era quella dei genitori della compagna, nei pressi di Borgo Cavalli, dove l'uomo si è introdotto lo scorso 18 settembre e in cui, prima delle telefonata alla fidanzata, aveva razziato tutto quello che gli era capitato sotto mano: pipe da collezione, vecchi vaglia, titoli di credito in lire, una stilografica, un coltello con la lama da 17 centimetri, soldi esteri (tra cui una moneta siriana), vecchi assegni anche questi in lire, una pochette e persino una forchettina da dolce. Il 45enne, finito a processo con l'accusa di furto e minaccia, è stato condannato ieri ad un anno e sei mesi di reclusione. Secondo la ricostruzione dei fatti compiuta dagli inquirenti L.M. sarebbe riuscito ad introdursi nell'abitazione dei suoceri sottraendo alla convivente una copia delle chiavi, che la donna teneva nella borsetta. Tra i due ci sarebbe stata da tempo maretta tanto che lei avrebbe voluto interrompere la relazione ma della separazione l'uomo non voleva neppure sentire parlare ed è così che deve essergli venuta l'idea della piazzata a casa dei genitori della compagna. «Vieni subito a casa dei tuoi» le avrebbe intimato al telefono ma lei non ne voleva sapere. «O arrivi - ha allora detto l'uomo - o faccio esplodere tutto. Guarda che ho già aperto il gas». Sul posto sono arrivati invece i poliziotti, che lo hanno arrestato. Ieri la vicenda è arrivata all'epilogo con la sentenza di condanna. Che cosa ne sia stato della coppia non si sa, anche se non serve uno sforzo di fantasia per immaginare che la relazione si sia definitivamente e irreparabilmente incagliata contro sciogli rappresentati dal gesto del 45enne.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO «Vieni o do fuoco a tutto, ho aperto il gas, faccio esplodere la casa». Questo il tono della telefonata di L.M, 45enne originario di Torre del Greco (Napoli) alla compagna. La minaccia di un gesto eclatante come ultimo capitolo della loro relazione probabilmente oramai giunta al capolinea. La casa era quella dei genitori della compagna, nei pressi di Borgo Cavalli, dove l'uomo si è introdotto lo scorso 18 settembre e in cui, prima delle telefonata alla fidanzata, aveva razziato tutto quello che gli era capitato sotto mano: pipe da collezione, vecchi vaglia, titoli di credito in lire, una stilografica, un coltello con la lama da 17 centimetri, soldi esteri (tra cui una moneta siriana), vecchi assegni anche questi in lire, una pochette e persino una forchettina da dolce. Il 45enne, finito a processo con l'accusa di furto e minaccia, è stato condannato ieri ad un anno e sei mesi di reclusione. Secondo la ricostruzione dei fatti compiuta dagli inquirenti L.M. sarebbe riuscito ad introdursi nell'abitazione dei suoceri sottraendo alla convivente una copia delle chiavi, che la donna teneva nella borsetta. Tra i due ci sarebbe stata da tempo maretta tanto che lei avrebbe voluto interrompere la relazione ma della separazione l'uomo non voleva neppure sentire parlare ed è così che deve essergli venuta l'idea della piazzata a casa dei genitori della compagna. «Vieni subito a casa dei tuoi» le avrebbe intimato al telefono ma lei non ne voleva sapere. «O arrivi - ha allora detto l'uomo - o faccio esplodere tutto. Guarda che ho già aperto il gas». Sul posto sono arrivati invece i poliziotti, che lo hanno arrestato. Ieri la vicenda è arrivata all'epilogo con la sentenza di condanna. Che cosa ne sia stato della coppia non si sa, anche se non serve uno sforzo di fantasia per immaginare che la relazione si sia definitivamente e irreparabilmente incagliata contro sciogli rappresentati dal gesto del 45enne.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
