LA POLEMICA
TREVISO «Se mi avessero ascoltato, vent'anni fa, adesso l'Italia

Martedì 22 Gennaio 2019
LA POLEMICA
TREVISO «Se mi avessero ascoltato, vent'anni fa, adesso l'Italia non avrebbe il problema dei migranti. E invece niente: anche Bossi e Berlusconi hanno sempre sbagliato. Dovevano seguire il Vangelo secondo Gentilini, invece mi hanno ignorato». Giancarlo Gentilini, con voce tonante, rimarca senza alcun timore gli errori che secondo lui tutti gli ultimi governi hanno fatto sul fronte dell'accoglienza. «Chiudere i porti? Va bene, ma bisognava pensarci prima. Salvini sta facendo adesso quello che dicevo io del 1996, quando affermavo che l'Italia andava blindata fin dal confine delle acque territoriali, ma ormai è troppo tardi. E adesso i cocci sono tutti vostri».
«PENSIAMO ALLA VITE UMANE»
Di tenore del tutto diverso invece le critiche che arrivano dal settore del volontariato trevigiano: anche qui la politica del governo finisce nel centro nel mirino, ma con toni e concetti diametralmente opposti a quelli utilizzati dallo Sceriffo: «All'indomani dell'ennesima tragedia in mare - si legge in una nota di VolontariatoInsieme - il volontariato trevigiano sottolinea l'importanza di una politica che si faccia carico delle vite umane, attraverso una trattativa seria ma non spericolata, tra i leader dei Paese che si affacciano sul Mediterraneo, insieme ai colleghi Europei». «È un vero e proprio movimento quello che si sta creando, contro un'impostazione governativa che mina i percorsi di integrazione, di umanizzazione e di accoglienza messi in atto in questi anni spiega il Presidente di Volontarinsieme CSV Treviso Alberto Franceschini La Cei con il suo Presidente Bassetti, molte Diocesi, Sindaci e Anci, presidenti di Regione, Terzo Settore, tutti insieme per sottolineare le lacune e il vuoto normativo che lascia questo decreto. Anche la Caritas Italiana è in prima linea in questa battaglia di civiltà, con la sua nuova guida Monsignor Corrado Pizziolo, Vescovo di Vittorio Veneto, al quale auguriamo un buon lavoro». Sotto accusa in particolare l'articolo 1, sul permesso di soggiorno per motivi umanitari, e l'articolo 13 della legge, relativo all'iscrizione all'anagrafe: «È importante mantenere inalterati i livelli dei servizi e dei diritti riconosciuti agli stranieri entrati regolarmente nel nostro territorio, oggi relegati in uno strano limbo e penalizzati dal decreto continua Franceschini - Registriamo, come molti altri, una lesione dei diritti umani e del rispetto della dignità di ciascuna persona, una situazione che genera peraltro problemi sociali nelle singole città e rende complicato l'intervento sociale da parte delle istituzioni locali e del mondo del volontariato».
P. Cal.
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