La magia di Rodin trasforma Treviso in capitale della scultura

Sabato 24 Febbraio 2018
L'INAUGURAZIONE
TREVISO Per qualche mese i turisti che arriveranno a Parigi in Rue de Varenne avranno una brutta sorpresa: una nutrita selezione di capolavori del padrone di casa, Auguste Rodin, è in soggiorno a Treviso. Indirizzo: capitale della scultura. Ci sono Paolo e Francesca, c'è Camille Claudel, Giovanni Battista insieme all'Uomo che cammina. Ci sono Balzac e il Pensatore, ovvero letteratura e filosofia. E i coraggiosi borghesi di Calais. Adamo ed Eva. E c'è anche Auguste scolpito da Camille. Un mondo di figure silenziose ma non mute che ieri sono state presentate da Marco Goldin al pubblico degli amministratori e degli sponsor.
I CONSOLI FRANCESI
Tempo d'inaugurazione per la mostra Rodin un grande scultore al tempo di Monet che apre oggi al pubblico al museo di Santa Caterina e durerà fino al 3 giugno. La presenza di due consoli francesi (uno generale e uno onorario) ha dato la giusta ufficialità al momento. Cyrille Rogeau scioglie il protocollo «sono console da cinque mesi in Italia, mi confondo ancora tanto con lo spagnolo» e poi consiglia la visita al Musèe Rodin di Parigi. «Mi piace questo orgoglio: anche noi dobbiamo imparare- gli fa eco Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria- abbiamo una città di cui essere fieri. Dobbiamo imparare ad essere accoglienti. La città sia accogliente, le persone e le strutture siano accoglienti». La figura più criptica al tavolo dei relatori è Elisa Baccini, presidente della Baccini group, main sponsor della mostra. Poche parole, sguardo fermo. È una business woman con una sensibilità rara per la cultura. «Ho vissuto un'avventura umana straordinaria. Ogni cassa che arrivava e veniva aperta, ogni avanzamento nell'allestimento. Lo dico con il cuore. Ho avuto il privilegio di lavorare con galantuomini». Il sindaco Giovanni Manildo ha trovato una chiave tutta personale per destrutturare le situazioni ingessate. Un po' enfant terrible, un po' padrone di casa in fascia tricolore, a Rodin si è davvero appassionato. Tanto che, lo sfotte bonariamente Goldin «ora ci farà un approfondimento critico». L'ironia è la misura del clima di partecipazione che si respira a Santa Caterina. Come dire: c'è leggerezza perché c'è la consapevolezza di un grande lavoro e di un risultato davvero inatteso.
TUTTI PRESENTI
Helene Pinet del Museo Rodin di Parigi loda la spettacolarità dell'allestimento, dicendosi estasiata dalla sala Ipogea. La platea è sold out: questore, capitano dei carabinieri guardia di finanza, il consiglio comunale quasi al completo, la Treviso che ama le cose belle, il mondo dello sport. E il console onorario francese a Milano Christine Jamais. Nessuno ha voglia di fare passerella. Tutti ordinati aspettano di ammirare le sculture. Ma soprattutto di ascoltare il racconto di Goldin e delle guide di Linea d'ombra: «Da dieci anni volevo fare una mostra su Rodin- esordisce il patron di Linea d'ombra- entrare in un mondo che va oltre le classificazioni che ci appartengono per senso di comodo». Poi racconta lo stupore del giovane scultore di fronte all'Italia, il mondo di Dante e Michelangelo. Fino ad arrivare alla doppia figura magnetica del Bacio e al Balzac incompreso, posato sull'erba di Meudon come un menhir preistorico: «Rodin cava la pelle di quest'arte e ci trasporta dentro un mondo solido. Ci conduce alla fine di un mondo, l'Ottocento e alla rinascita di un mondo, il Novecento». Se la candidatura a capitale della cultura si è fermata alla short list finale, come capitale della scultura per qualche mese non ci sarà storia: «Parma insegna - conclude il sindaco Manildo - queste sono occasioni per mettersi in moto con decisione. Oggi è un momento bellissimo, una ripartenza in crescendo. Fino alla prossima candidatura».
Elena Filini
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