La febbre altissima e il morbillo «Ho avuto paura di morire»

Mercoledì 26 Aprile 2017
«Non dimenticherò mai la paura, il senso di impotenza, lo smarrimento di quei giorni in isolamento in ospedale con il morbillo. Non riuscivo ad articolare frasi di senso compiuto: oggi mi sento una miracolata e per questo sempre più convinta che i vaccini siano di vitale importanza». Monica B., 44 anni, commerciante trevigiana, sulle vaccinazioni non vuole scherzare. Colpita da una forma violenta di morbillo a fine novembre ha creduto davvero di non farcela. «La cosa più brutta -racconta- è stata quando mi sono resa conto che non riuscivo a dar voce ai miei pensieri, cioè il cervello non riusciva ad articolare le parole nonostante dentro di me sapessi esattamente cosa dire ai medici e agli infermieri. Ho avuto paura, per me e per le mie due bambine che potevo vedere solo attraverso il vetro della stanza del reparto in cui ero ricoverata in isolamento». L'incubo è iniziato un pomeriggio all'improvviso. «Era un mercoledì. Mi è salita la febbre in poche ore e nonostante le rassicurazioni del medico il termometro è arrivato a 41 gradi. Al mattino mi sono comparsi dei puntini sul collo, sembrava un eritema. Sono andata in pronto soccorso e da qui nel reparto di medicina. Peggioravo a vista d'occhio: l'eruzione ormai era su tutto il corpo. Non riuscivo più a parlare, ho davvero temuto il peggio. Trasferita nel reparto di malattie infettive sono rimasta sotto osservazione fino al martedì successivo». Poi, lenta, la ripresa. «Ma la paura non è finita, anzi. Per un mese ho fatto esami e accertamenti: mi dicevano che rischiavo gravi conseguenze epatiche e un mieloma nel sangue. Il mio era il sedicesimo caso di morbillo curato nell'Usl trevigiana, per questo hanno contatto i miei parenti e i conoscenti più stretti raccomandando a tutti di vaccinarsi». Oggi Monica racconta la sua storia perchè vuole portare un contributo al dibattito sulle vaccinazioni. «Viviamo in un mondo che è cambiato radicalmente, le malattie che un tempo erano debellate sono tornate a mietere vittime. Non abbiamo scelta: dobbiamo proteggerci e proteggere i nostri figli».

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