La ciclovia dal Po a Treviso che a Treviso non arriva mai

Venerdì 12 Gennaio 2018
La ciclovia dal Po a Treviso che a Treviso non arriva mai
L'INCOMPIUTA
TREVISO Ultimo miglio della Treviso-Ostiglia: storia infinita di un'opera mai completata. Il 30 dicembre 2016 sono stati aggiudicati i lavori per la realizzazione dell'Ultimo Miglio della ciclopedonale Treviso-Ostiglia al consorzio temporaneo d'imprese che ha per capofila la ditta Brussi srl.
I lavori avrebbero dovuto iniziare alla fine di febbraio 2017 e, secondo il cronoprogramma stabilito di 115 giorni, terminare in estate. Nell'estate 2017. Grazie al completamento del tracciato la Treviso-Ostiglia sarebbe dovuta finalmente approdare nella città dove originava l'ex ferrovia, vale a dire alla stazione di Santi Quaranta, collegando in questo modo l'Ostiglia alle altre ciclabili del progetto Green Tour verde in movimento per un totale di oltre 650 km di percorribilità tra Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, con agganci ai percorsi trentini ed a quelli d'Oltralpe.
RITARDI
L'apertura del cantiere però slitta al 13 aprile, ed è proprio il Governatore Zaia a dare l'avvio ai lavori insieme ad una robusta rappresentanza della Giunta Regionale, con l'assessore al turismo Federico Caner. «Con l'investimento su questi 2 chilometri e 600 metri centriamo un obbiettivo straordinario, perché con l'interconnessione diretta con la Green Way del Sile, il GiraSile, si realizza il collegamento con le spiagge, il mare e la Laguna fino al Delta del Po: un omaggio alla natura, al territorio, al turismo green che sempre di più chiede strutture come la Treviso-Ostiglia» affermò in quell'occasione il governatore. L'Ultimo Miglio della ciclopedonale TV/Ostiglia sembra prendere forma: due sottopassi, rispettivamente per la tangenziale e l'area dogana/ecocentro e un ponte in ferro, a richiamare quelli classici ferroviari, per scavalcare in sicurezza via Paludetti.
L'IMPREVISTO
Inoltre il progetto prevede una splendida alberatura a delimitare la ciclovia nel tratto d'attraversamento dell'area dogana/ecocentro ripristinando quel continuum di bosco diffuso, peculiarità del percorso ferroviario, tale da indurlo ad essere definito strada del respiro.
Il primo sottopasso viene posizionato, con la chiusura per due notti della tangenziale, e tutto pare procedere per il meglio. Però, intorno al 25 ottobre lo stop imprevisto: lungo il sedime, all'altezza della ex Treviso Servizi, sui terrapieni che costellano l'area contigua alla Dogana e al Cerd dei trevigiani, gestito da Contarina, gli operai della Brussi trovano dei rifiuti anomali. Il cantiere viene fermato e la miscela analizzata. Il timore è che si tratti di rifiuti speciali. I residenti lanciano l'allarme: il pericolo è che i materiali percolino o siano percolati nelle falde acquifere. L'Arpav preleva dei campioni e li invia al laboratorio di analisi. È il novembre 2017. Sono passati oltre due mesi e l'ultimo Miglio della Treviso Ostiglia non ha guadagnato neppure un centimetro.
E. F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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